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Barzio

Il potere? Disgiunto dall’amore
diventa tirannia

Il convegno “Affetti e potere: nelle relazioni familiari e sociali” ha evidenziato l’importanza che ogni attore educativo abbia cura della maturazione degli aspetti emotivo-affettivi, anche come prevenzione contro la violenza e l’intolleranza

2 Agosto 2013

“Affetti e potere: nelle relazioni familiari e sociali”: su questo tema, lo scorso 27 luglio nella sala parrocchiale di Barzio, si è svolta la VI edizione del convegno sulla famiglia, che ha richiamato la presenza di un centinaio di persone. Un tema scelto quale occasione per sdoganare la dinamica tra affetti e potere dai gossip che riguardano politici o personaggi “mediatici” e per non dimenticare le tante possibilità di influire positivamente attraverso l’affetto sulla vita delle persone accanto a noi e sulla società.

Dopo il saluto delle autorità, ha preso la parola Rossella Semplici, psicologa clinica, che ha evidenziato come «nelle relazioni affettive autentiche e mature il potere venga esercitato nell’ambito dell’accettazione del potere dell’altro. Questo permette alla stessa persona di essere alternativamente dipendente e indipendente, sottomessa e dominante, intraprendente e passiva, audace e timida. Ma da solo il potere non può regolare i rapporti umani; il potere disgiunto dall’amore diviene tirannia, cinismo, sfruttamento».

Laura Maninchedda, psicologa e psicoterapeuta, ha sottolineato l’importanza dell’amicizia «come fondamentale elemento di crescita, di apertura verso gli altri, di maturazione affettiva, di valorizzazione della diversità. I caratteri specifici dell’amicizia – quali lealtà, fiducia, libertà, gratuità – non possono mancare in ogni relazione affettiva matura».

Bassi-Zamburlin, psicologi della coppia, hanno centrato l’attenzione sull’empatia, che «significa capacità di sentire quello che sente il partner, di vedere il suo mondo dal suo punto di vista, di saper cogliere la sua sensibilità, le sue emozioni. L’atteggiamento empatico conduce verso la consapevolezza, la compartecipazione e la compassione: ci si sintonizza con l’esperienza emotiva dell’altro, pur mantenendo la propria autonomia. L’empatia è una caratteristica essenziale di un rapporto di coppia intimo».

Lo psichiatra Quirino Quisi ha proposto una panoramica dei poteri dell’anziano. Dalla possibilità di «trasmettere il potere, come avviene nelle imprese familiari, nelle “baronie” universitarie o nel clientelismo politico e istituzionale, al potere economico di alcuni anziani che, in periodo di crisi economica, aiutano i figli in difficoltà, per esempio nella cura dei nipoti, senza dover ricorrere a persone esterne. In questo spazio relazionale i nonni possono esercitare il prezioso potere educativo, la cui valenza sociale e valoriale è stata sottolineata da papa Francesco nell’Angelus del 26 luglio».

La teologa e psicologa Adele Colombo ha evidenziato che l’uomo «creato capace di amare, dopo la sua rottura originaria con Dio, ha reso necessario il dono dell’“amore redentivo” di Cristo affinché egli potesse evolversi a proprio e altrui vantaggio. Cristo, come uomo e Figlio di Dio, ha perciò vissuto per primo, in pienezza, il “potere dell’amore” nella storia, al fine di consegnarci in dotazione la vincente capacità di amare per mezzo del dono del suo stesso “Spirito” d’amore».

Le diverse tematiche affrontate nel dibattito hanno messo in evidenza l’importanza che ogni attore educativo si faccia carico della maturazione degli aspetti emotivo-affettivi, anche come azione preventiva contro la violenza e l’intolleranza verso le diversità. Diversi interventi hanno riguardato la condizione degli anziani che, pur nella loro fragilità e difficoltà, costituiscono quel patrimonio di memoria ed esperienza essenziali per l’identità di ogni comunità.