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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

«Il nostro corpo è il Sacramento
di tutta la nostra persona»

Dopo un pomeriggio intenso di attività negli stand sparsi in città, migliaia di ragazzi e ragazze si sono ritrovati in Duomo per pregare con il Cardinale e riflettere sul tema scelto dalla Fom per l'oratorio estivo 2013: “la corporeità”

di Stefania CULURGIONI

24 Maggio 2013

“Colui che è invisibile agli occhi si è servito di un corpo per farsi conoscere. Noi oggi qui, tutti insieme, siamo un corpo solo, quello della Chiesa. E allora ecco perché diventa importante il tema per cui siamo qui a pregare. La preghiera di stasera ha lo scopo di ricordarci quanto il corpo sia prezioso”. Così l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola ha introdotto agli animatori degli oratori estivi che si sono raccolti in Duomo alle 19 il tema scelto per quest’anno dalla Fom, Fondazione Oratori Milanesi: “Every body – un corpo mi hai preparato”.
Dopo un pomeriggio graziato dalla pioggia e passato agli stand allestiti nel centro della città, i giovani animatori sono confluiti in Duomo per ascoltare le parole del Cardinale. 
“Avete ricevuto un incarico importante – ha detto loro l’Arcivescovo, che è stato accolto da un grande applauso – quello di animare l’oratorio estivo con i più piccoli. Non è mica facile. Sarete lì a rappresentare la Chiesa, parlerete ai bambini a nome della Chiesa, giocherete con loro, farete delle gite, farete tante attività ed ogni volta porterete qualcosa anche di me. È come se prolungaste la missione del Vescovo. E allora bisogna approfondire qui il tema scelto per quest’anno”.
Quello della corporeità, appunto, come recita il titolo scelto dalla Fom. Una riflessione sul corpo che mai come in quest’epoca è esaltato, valorizzato, oggetto di mille attenzioni su tutti i livelli.
“Io appena sono entrato ho sentito il vostro applauso, che è il vostro modo di dirmi che mi volete bene – ha detto il Cardinale Scola – e quando abbiamo cominciato a pregare, ecco che siete stati in silenzio. Vedete? Il corpo è ciò con cui comunichiamo quello che siamo, ed è una sola cosa con quello che chiamiamo spirito. Attraverso di esso capisco se l’altro soffre o gioisce, attraverso esso consolo un amico, esprimo benevolenza per un povero per strada, insomma senza di esso non si può comunicare. Ecco perché Gesù ha preso il corpo: per parlare con Dio. Ecco perché quindi il corpo non è un semplice strumento, un semplice mezzo, chiamarlo così sarebbe riduttivo: esso è il sacramento di tutta la nostra persona. Attraverso ogni sua azione passa la totalità di quello che siamo, perché l’uomo è corpore et anima unus, ovvero è uno di anima e corpo”.
Ed è da qui che l’Arcivescovo è passato al secondo punto della riflessione sulla corporeità.
“Se tutta la persona si gioca nel corpo, allora io non posso usare il mio corpo separandolo dall’unità – ha detto – devo sempre cercare in ogni espressione corporale l’unità della mia persona, in quanto la mia persona è l’espressione di Dio. Vivere il corpo in questo modo significa non sprecare niente del comportamento corporale, implica un dominio su di sé, implica la capacità di orientare il corpo secondo la nostra natura di uomini fatti all’immagine di Dio. Come si chiama quindi questo composto dominio dell’azione? Si chiama castità. Imparare questo significa superare le nostre fragilità”.
E quindi ecco il compito a cui sono chiamati gli adolescenti animatori: comunicare ai piccoli che frequenteranno gli oratori estivi questo tema importante, comunicarlo con gioia, con letizia, attraverso azioni, gite, giochi, attività, riflessioni insieme, “perché vivere il corpo come un sacramento, crescere castamente, significa una crescita armonica di tutta la persona”.
Dopo la preghiera in Duomo tutti sono usciti nella piazza, e lì è cominciata la grande festa insieme. Prima la colonna sonora dell’Oratorio estivo 2013 alla presenza dell’Arcivescovo, dal titolo “Every body”, e poi i contributi di due ospiti d’eccezione: suor Anna Nobili, che ha realizzato una scuola di danza moderna in cui il ballo fosse espressione di fede, e Simona Atzori, che non si è arresa alla sua disabilità e con il solo utilizzo dei piedi è diventata una affermata artista nel campo della pittura, della scrittura e della danza.