Quali strategie possono adottare gli operatori sanitari per capire quanto sia vicina la fase di fine vita? Quando potenziare l’accompagnamento terapeutico e relazionale e ridurre o evitare interventi invasivi e inappropriati? Questi alcuni dei temi che verranno trattati nel convegno di bioetica «Al limite. Affrontare la vita con malattie invalidanti e inguaribili: strategie di resilienza», organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale della Salute, che si terrà sabato 8 ottobre, dalle 9.30 alle 12.30, presso la Sala convegni della Curia Arcivescovile (p.zza Fontana 2, Milano).
«Lo sviluppo medico-tecnologico garantisce un aumento della sopravvivenza media e può portare miglioramenti nella qualità della vita. Purtroppo si assiste anche a un aumento delle diverse fragilità: cliniche, assistenziali, sociali, relazionali, spirituali – spiega Luciano Manicardi -. La “paralisi prognostica”, soprattutto in carenza di una buona relazione malato-famiglia-curanti, può favorire il ricorso a cure sproporzionate che, a fronte di benefici scarsi o nulli, producono ulteriori complicanze e sofferenze e talora prolungano il “tempo del morire”. Rifletteremo su come favorire il malato nel trovare il suo “personale” modo di fronteggiare la situazione».
Dopo i saluti introduttivi di don Paolo Fontana, interverranno Giovanni Zaninetta («La cura delle persone con malattie invalidanti e inguaribili»), Carlo Alfredo Clerici («Accompagnare nella malattia, generare resilienza») e don Aristide Fumagalli («Persona e coscienza morale»), mentre Maura Bertini modererà il successivo dibattito.
Informazioni: tel. 02.8556341; sanita@diocesi.milano.it