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Il coraggio del pilota bolognese, ospite al Natale degli Sportivi COSÌ ZANARDI SI È RIMESSO IN PIEDI

5 Giugno 2008

Dopo l’incidente del 2001, che gli provocò l’amputazione
di entrambe le gambe, non solo è tornato a camminare
grazie a speciali protesi, ma ha ripreso a gareggiare,
a sciare e a tenere suo figlio in spalla. Ha raccontato
la sua storia in due libri e adesso ci scherza pure sopra

La “seconda vita” di Alex Zanardi è iniziata il 15 settembre 2001, mentre il mondo era ancora sconvolto dall’attacco alle Torri Gemelle di New York. Nella “prima” il pilota bolognese (classe 1966) aveva cominciato a gareggiare nei kart, per passare poi alla Formula 3 e alla Formula 3000, dove nel 1991 era giunto secondo nel campionato.

Nel 1991 il salto nella Formula 1: Jordan, Benetton e Lotus (con un sesto posto nel Gp del Brasile 1993) le sue scuderie nel corso di cinque stagioni, parzialmente compromesse da un grave incidente occorsogli a Spa-Francorchamps. Rimasto senza contratto nel circus, aveva trovato la sua consacrazione nel campionato statunitense Cart: “matricola dell’anno” nel 1996, vincitore del titolo nel 1997 e nel 1998. E lì, dopo un’altra esperienza in Formula 1 con la Williams, era tornato all’inizio della stagione 2001.

Il 15 settembre di quell’anno Zanardi corre in Germania, sul circuito del Lausitzring. In testa a tredici giri dal termine, perde improvvisamente il controllo della vettura che, dopo un testacoda, si mette di traverso sulla pista e viene investita in pieno dalla monoposto dell’italo-canadese Alex Tagliani. Un impatto violentissimo, che spezza in due la Reynard Honda del pilota bolognese proprio all’altezza delle sue gambe.

Subito soccorso, Zanardi appare in condizioni disperate: lo schianto ha provocato l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori al di sopra del ginocchio e il pilota si sta dissanguando. Arrestata in qualche modo la gravissima emorragia, Zanardi viene portato in elicottero all’ospedale di Berlino dove, dopo due settimane di coma farmacologico, inizia a riprendersi.

A quel punto Alex – soprannominato pineapple (ananas) per la sua testardaggine – comincia una lunghissima riabilitazione. Tornato a camminare grazie all’uso di apposite protesi, decide di tornare anche alla guida di vetture da corsa appositamente modificate. Riprende proprio dal Lausitzring, nel 2003. Nel 2005 torna alla vittoria in una gara in Germania e conquista il campionato italiano Superturismo. Da lì fino a oggi, e’ un crescendo di risultati e di sorprendenti performances nel mondo dei motori (è tornato a pilotare una F1) e in altri sport, come il quarto posto su handbike alla recente maratona di New York.

Alex è sposato con Daniela ed è padre di Niccolò. Quando il dottor Claudio Costa – lo storico medico del Motomondiale – lo vide in ospedale dopo l’incidente, si disse: «Quest’uomo tornerà a fare tutto quello che faceva prima: camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio». Oggi Alex guida normalmente, tiene in spalla suo figlio, gareggia e, grazie ad alcuni sci speciali, riesce anche a sciare.

Zanardi ha raccontato la sua storia nei volumi …Però, Zanardi da Castel Maggiore! (con Gianluca Gasparini, Baldini Castoldi – Dalai, 2003) e Alex guarda il cielo (con Claudio Costa, Fucina, 2006). Scherzando sulla sua menomazione, spiega che se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta, per rimetterlo in piedi, basterebbe una chiave a brugola… (m.c.)