Fin dai tempi antichi il cammino catecumenale prevedeva la “consegna del Credo”: da qui l’espressione latina Traditio Symboli. I catecumeni, ricevuto il Simbolo, si impegnavano a impararlo a memoria: «Questo Simbolo è un sigillo spirituale, è la meditazione del nostro cuore e ne è come una difesa sempre presente: senza dubbio è il tesoro che custodiamo nel nostro animo» (Sant’Ambrogio).
La Veglia in traditione Symboli, sul tema “E la casa si riempì di profumo”, che si terrà in Duomo sabato 31 marzo, alle 20.45, alla presenza dell’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ripropone questo antico rito cristiano: partecipando a questa celebrazione insieme ai catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia Pasquale, i giovani della Diocesi hanno modo di testimoniare il dono della loro fede nel Signore Gesù, sul quale in questi mesi è più volte tornato anche Papa Benedetto XVI.
A questo proposito è opportuno ricordare un passaggio della Lettera Apostolica Porta Fidei con la quale il Santo Padre ha indetto l’Anno della fede: «Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo».
Attraverso la partecipazione alla Veglia in traditione Symboli, i giovani della Diocesi sono invitati a volgere lo sguardo a Cristo, crocifisso e risorto, e a rinnovare con gioia e con determinazione la loro fede e il loro desiderio di seguire Gesù lungo la strada che conduce alla vera libertà.
La Veglia, collocata nel cammino di preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie, si snoda attorno alla pagina evangelica di Giovanni che narra dell’unzione di Gesù da parte di Maria nella casa di Betania (Gv 12, 1-11).
Gesù amava abitare la casa dei suoi amici e la sua vicinanza, nei ritmi del lavoro e delle vicende quotidiane, generava comunione fraterna e confidenza sincera. Oggi, un giovane percepisce l’urgenza di ritrovare i segni della presenza del Signore nelle sfide di una quotidianità troppo spesso segnata dalla solitudine e dall’incertezza.
Gesù, dunque, si siede attorno alla mensa della parola e del pane e non lascia nessuno indifferente. Il suo farsi vicino compromette ed esige di esporsi. Così Maria, sorella di Lazzaro e Marta, sparge sul Maestro il profumo prezioso, segno profetico di dedizione gratuita ed incondizionata. Ma, d’altra parte, Giuda manifesta tutta la sua incomprensione e la sua resistenza. Il cammino, quindi, prosegue fuori da quella casa ed entra nel cenacolo di Gerusalemme, sosta nell’orto degli ulivi e sale fino al monte Calvario. Soltanto lì, nel giardino della risurrezione, il gesto del profumo versato sarà compreso come il dono della vita di Gesù stesso per la salvezza universale.
Questa celebrazione possa essere per ciascun giovane della nostra Diocesi il momento iniziale della “Settimana Autentica”, di giorni spesi nella vicinanza e nella confidenza con il Signore Gesù, per essere illuminati o confermati nella fede e nelle scelte vocazionali che la giovinezza porta con sé.