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Verso gli altari

I profili di Mazzolari, Cazzani e Olivelli

Le cause dei primi due sono promosse dalla Diocesi di Cremona. Per Olivelli la causa è partita nel 1987: ora si indaga per accertare il martirio

24 Febbraio 2013
Teresio Olivelli

I vescovi lombardi hanno approvato l’avvio dell’iter canonico per l’introduzione della causa di beatificazione – oltre che di fratel Ettore Boschini, Carlo Acutis e fra Jean Thierry (cause promosse della Diocesi di Milano) – anche di don Primo Mazzolari e monsignor Giovanni Cazzani (cause promosse della Diocesi di Cremona). Inoltre hanno deciso di associarsi all’istanza presentata dalla Diocesi di Vigevano al competente Dicastero vaticano, affinché la causa di beatificazione di Teresio Olivelli (iniziata nel 1987) proceda sull’accertamento del suo martirio. Approfondiamo i loro profili

«Volevo imitare don Primo ed essere come lui»

Monsignor Franco Cecchin, prevosto di Lecco, classe 1943, ha un rapporto speciale con don Primo Mazzolari. Si può dire, con certezza, che fu proprio don Primo a instillare la scintilla di fede nell’allora piccolo Franco, a Bozzolo.

Il padre di monsignor Cecchin faceva il casaro e da Castellucchio di Mantova si era trasferito a Bozzolo nel 1947. Da lì la conoscenza della famiglia Cecchin (4 figli), con don Primo. E il giovanissimo Franco viene “folgorato” da don Primo: «Avevo sei anni e la figura di don Primo mi aveva affascinato a tal punto che avevo chiesto a mia madre di poter fare subito la Prima Comunione. Mia mamma, che si chiamava Rosa, vista la mia decisione, andò da don Primo». Mamma Rosa non riuscì nell’impresa: «Don Primo rispose: “Se permetto a tuo figlio di fare la Prima Comunione a sei anni, poi devo permetterlo anche agli altri». Io, pur piccolissimo, non ero contento, e allora costrinsi mamma Rosa a farmi accompagnare nel suo studio pieno di libri e di giornali. Vedendomi così deciso, don Primo mi promise: “L’anno prossimo, se ti prepari bene, farai la prima comunione”».

Detto, fatto. Il 23 aprile 1950 don Primo Mazzolari diede la Prima Comunione a Franco Cecchin: «Da quel momento mi nacque dentro il desiderio di essere come don Primo. Non so se sono diventato come lui, ma di sicuro sono suo discepolo. Mi ha fatto appassionare al Gesù vivo. È lui che mi ha detto di portare Gesù alla gente, oggi domani e sempre». Per la famiglia Cecchin don Mazzolari non fu solo guida spirituale, ma anche saggio consigliere. (Marcello Villani)

Cazzani, attraverso due guerre

Giovanni Cazzani (1867-1952) nacque a Samperone, nel Pavese, ed entrò in Seminario da bambino. Plurilaureato, divenne segretario del Vescovo di Pavia, poi rettore del Seminario. A 37 anni divenne Vescovo di Cesena e nel 1914 Vescovo di Cremona fino alla sua morte nel 1952. Antifascista convinto, attraversò due guerre mondiali, regimi e lotte; compì sei visite pastorali e tre sinodi, nei suoi scritti e omelie affrontò temi scottanti.

Olivelli, ribelle per amore

Alpino nella tremenda ritirata di Russia, morto per aver difeso un compagno di prigionia nel campo di concentramento di Hersbruck. Ma forse la definizione più bella di Teresio Olivelli è quella di monsignor Giovanni Barbareschi, «ribelle per amore», come gli altri suoi compagni di sventura e di resistenza. Dice così monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio per le Cause dei Santi. «Non era milanese, ma a Milano fu arrestato e mi piace pensare che il suo desiderio di non tirarsi mai indietro, di “giocarsi in prima persona” sia tipicamente ambrosiano. Infatti, nella sua volontà e lotta per la libertà, Olivelli, poté sempre contare sulla nostra Chiesa: sapeva che ne sarebbe stato sostenuto – come avvenne – da sacerdoti e da laici convinti, fino al martirio testimoniato nei fatti e dalla morte di tanti di loro». (Annamaria Braccini)