«I cristiani sono presenti nella storia come l’anima del mondo, sentono la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza. Non pretendono una egemonia e non possono sottrarsi al dovere della testimonianza» (Alla scoperta del Dio vicino, p. 50). Così l’arcivescovo Angelo Scola, riprendendo una frase della sua lettera pastorale di quest’anno, ha voluto iniziare il messaggio alla Diocesi in occasione della giornata dell’Azione Cattolica.
L’incontro con il Vangelo di Gesù è decisivo per la vita di un uomo: ma a chi è affidato l’annuncio del Vangelo? L’Arcivescovo dice, a tutti i cristiani: essi sentono la responsabilità di testimoniare la buona vita del Vangelo. Insomma tutti i cristiani non sono solo protagonisti della vita della comunità cristiana, ma ne sono pienamente responsabili, in fraternità con i pastori. Ma dove si impara questo stile? Sicuramente la ricchezza della Chiesa e dello Spirito ci mostra ogni giorno che le vie sono molteplici: con il suo messaggio per la giornata dell’Azione Cattolica, l’Arcivescovo vuole sottolineare il carisma specifico di questa associazione che è legata a un imprescindibile riferimento al Vescovo e al suo magistero.
«In Ac ho imparato ad amare la Chiesa e a servirla con dedizione, lavorando e collaborando con il parroco. E se questo cambia, il servizio alla chiesa locale non viene meno – così ci racconta Rosangela Carù, mediatrice famigliare di professione e autrice di diversi libri di tematica educativa, oggi responsabile di Azione cattolica del decanato di Gallarate -. È stata mia madre, tutt’ora iscritta all’Ac, a trasmettermi questo tesoro, che a mia volta ho trasmesso alle mie figlie Miriam e Federica». Si tratta quindi di volere bene alla Chiesa, come se fosse la propria famiglia. E la scommessa è a tutto campo: accompagnare i cristiani lungo l’arco della loro esistenza, proponendo la formazione della coscienza attraverso l’esperienza dello stare insieme.
«È essenziale vivere la fede non a livello individuale e a propria misura – ci spiega Ottavio Pirovano, coordinatore della cooperativa Aquila e Priscilla -. In questo senso l’esperienza di Azione Cattolica mi ha fatto capire il valore aggiunto di far parte di un’esperienza che va al di là della propria parrocchia e apre a percorsi formativi ancorati a una scelta ecclesiale, diocesana e nazionale». Ottavio è sposato con Rita e ha quattro figli. Ha lavorato 12 anni in oratorio, dal 1996 al 2008 e dal 2004 è appunto vicepresidente di Aquila e Priscilla. Da due anni sua moglie Rita guida il neonato gruppo Acr, composto di 20 bambini dalla II alla V elementare, che ha già partecipato a vari incontri diocesani e zonali, e si ritrovano una volta al mese. «Io e Rita siamo soci di Ac; mia moglie ha fatto per 10 anni la responsabile della zona VI per la fascia adolescenti ed entrambi abbiamo conosciuto l’Ac attraverso l’esperienza estiva a S. Caterina».
Insomma, vita spirituale, comunione ecclesiale e formazione non sono affari solo dei sacerdoti, ma di tutti i cristiani, e in quest’ottica l’Azione Cattolica è certamente una risorsa preziosa per far maturare la vocazione laicale. «Chiedo a tutti coloro che hanno a cuore la loro parrocchia nell’orizzonte più reale e concreto della Chiesa diocesana – continua l’Arcivescovo – di confrontarsi con la proposta dell’Azione Cattolica e di sentirsi chiamati ad aderire con semplicità e disponibilità». E in un altro passaggio: «L’Ac ha già svolto un prezioso servizio nella storia della nostra Chiesa diocesana ed è mia convinzione che debba e possa continuare ancora più intensamente la sua azione di servizio alla formazione di laici in un’ottica comunionale e missionaria».
È vero dunque che il nome Azione Cattolica, nel cuore di molti, evoca bei ricordi del passato, ma è altrettanto vero che questi ricordi hanno una radice che resta determinante per il futuro della Chiesa ambrosiana. Perché non dare questa opportunità ai nostri giovani?