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Intervista

«I cristiani di Terra Santa non possono
permettersi il lusso di essere divisi»

La grande gioia del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, per l’annuncio del pellegrinaggio di Papa Francesco nei luoghi di Gesù: «La presenza del Papa, la profondità delle sue parole, l’impatto mondiale che avrà la visita potranno smuovere le coscienze. Lo abbiamo già visto per la giornata di digiuno e preghiera per la Siria. Saranno tre giorni in cui risuonerà forte e alto l’appello alla pace e al dialogo».

di Daniele ROCCHI

7 Gennaio 2014

«Una grande gioia e soddisfazione. Ciò che sapevamo da tempo ora è diventata una bella notizia per tutta la Chiesa di Terra Santa ed universale». Il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, esprime tutta la sua gioia per l’annuncio dato da Papa Francesco del suo prossimo viaggio in Terra Santa. «Nel clima di gioia, tipico di questo tempo natalizio, – sono state le parole del Pontefice – desidero annunciare che dal 24 al 26 maggio prossimo, a Dio piacendo, compirò un pellegrinaggio in Terra Santa. Scopo principale è commemorare lo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di 50 anni fa. Le tappe saranno tre: Amman, Betlemme e Gerusalemme. Tre giorni. Presso il Santo Sepolcro celebreremo un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Fin da ora vi domando di pregare per questo pellegrinaggio di preghiera».

Un “pellegrinaggio di preghiera”, Patriarca, i cui riflessi politici e sociali però sono molto evidenti anche alla luce del grande impegno della Santa Sede nell’aiutare a trovare soluzione giuste e eque alle gravi crisi che attanagliano la regione, prime fra tutte il conflitto israelo-palestinese e la guerra in Siria. È d’accordo?
Sarà una visita di preghiera ma una dimensione un po’ sociale e politica è innegabile soprattutto per quel che riguarda la riflessione sul Medio Oriente e sulla vita delle comunità ecclesiali locali. Gli sforzi di Papa Francesco per donare la pace a questa regione, uniti a quelli di sovrani come il re giordano Abdallah, sono evidenti e continui. Anche per chiedere compassione per le centinaia di migliaia di sfollati e rifugiati siriani che si trovano in Giordania e nei Paesi vicini. Speriamo anche che dopo 65 anni di violenza e di occupazione, israeliani e palestinesi possano trovare vie di giustizia e vivere in pace. La presenza del Papa, la profondità delle sue parole, l’impatto mondiale che avrà la visita, credo, potranno smuovere le coscienze. Lo abbiamo già visto per la giornata di digiuno e preghiera per la Siria. Saranno tre giorni in cui risuonerà forte e alto l’appello alla pace e al dialogo.

Primo giorno di pellegrinaggio: tappa in Giordania, ad Amman…
Esattamente. Nella capitale giordana Papa Francesco è atteso il 24 maggio. Sarà accolto dal re Abdallah nel palazzo reale. Qui il Pontefice terrà un discorso rivolto in modo particolare ai fedeli musulmani. Nello stadio cittadino, poi, celebrerà la messa. Al termine si trasferirà al sito del Battesimo di Gesù, dove condividerà una cena frugale con una rappresentanza di rifugiati siriani e di poveri della comunità locale. Sarà una ideale continuazione della giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria che lo stesso Pontefice indisse lo scorso 7 settembre. La visita al sito del Battesimo, sulla riva orientale del fiume Giordano, è molto significativa. Il prossimo 10 gennaio come comunità cattolica celebreremo lì il nostro tradizionale pellegrinaggio annuale.

Seconda tappa: Betlemme, in Palestina. C’è qualche appuntamento del programma che è possibile anticipare?
A Betlemme avrà un incontro con le autorità palestinesi, guidate dal presidente Abu Mazen. Nella piazza della Mangiatoia, come hanno fatto anche i suoi predecessori, celebrerà una messa. Un programma analogo a quello del giorno dopo a Gerusalemme, l’ultimo della sua visita.

A Gerusalemme, citando lo storico incontro tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora, il Pontefice ha parlato di un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, presso il Santo Sepolcro…
Sarà un momento  fondamentale del pellegrinaggio. I cristiani di Terra Santa non possono permettersi il lusso di essere divisi, separati. È uno scandalo. Siamo così pochi che non è possibile. È tempo di avere nella testa e nel cuore la chiamata all’unità del Signore. L’unità non è solo un’esigenza sociale e politica, ma preminentemente religiosa. La visita in Israele, inoltre, sarà arricchita, dopo la parte istituzionale e l’incontro ecumenico, da una cena nel Patriarcato latino cui parteciperanno importanti personalità politiche. Sarà un momento di comunione e amicizia.