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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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La testimonianza

«Ho riconosciuto i miei errori
e non mi sento più solo»

Parla un ex carcerato impegnato in un lungo cammino di riabilitazione. «Fidiamoci di chi ci tende una mano»

22 Luglio 2012
CARCERI. I DETENUTI SCIOPERANO IN TUTTA ITALIA

Sciopero dei detenuti in tutti i 48 carceri italiani Sono numerosi i detenuti che hanno deciso di partecipare, a partire da oggi, allo sciopero del vitto che durerà altri nove giorni. L'iniziativa è partita dal carcere romano di Rebibbia e dall'associazione Papillon. La protesta è contro il sovraffollamento delle carceri italiane, ma attraverso lo sciopero i detenuti chiedono anche la riforma del codice penale e l'indulto generalizzato. Sono richiesti anche l'aumento della liberazione anticipata a quattro mesi e il passaggio della sanità penitenziaria al sistema sanitario nazionale.

Sono F.V., uscito dal carcere nel luglio 2008, dopo alcuni anni di detenzione. Quello che ora scrivo spero sia di stimolo a me per andare avanti e a voi per non sentirvi soli e avere la possibilità di pensare a ciò che potreste cambiare della vostra vita, anche negli atteggiamenti, in modo positivo sia per voi stessi sia per chi vi sta vicino (amici veri e familiari).

Da più di sei mesi frequento volontariamente il Centro per la prevenzione e trattamento delle condotte lesive e violente, presso il Presidio criminologico territoriale di via Calboli 1 a Milano. Questo centro è completamente gratuito ed è dedicato a chi ha commesso vari tipi di violenza, sia su minori sia su donne. L’équipe è formata da psicologi e criminologi, che svolgono questa attività anche nelle strutture carcerarie di San Vittore e di Bollate. Il responsabile del centro è il dottor Paolo Giulini.

Mi reco presso il centro due volte alla settimana, il lunedì e il venerdì. I due gruppi sono formati tendenzialmente da persone che hanno commesso reati sessuali su minori o donne, che hanno scaricato da internet materiale pedopornografico o hanno commesso atti devianti della sessualità (esibizionismo). I gruppi che frequento mi sono veramente di aiuto perché ascoltando le storie degli altri, i loro disagi e le loro sofferenze riguardo a quanto commesso, ho capito che dietro a ogni tipo di reato si nasconde sempre un malessere o un disagio regresso che non si è mai voluto affrontare, sia per vergogna, sia perché spesso ci si trova ad affrontare i propri problemi in solitudine. Anche se si è circondati da familiari o amici, non sempre questi sono capaci di aiutare a gestire le devianze. E così spesso accade che ci si chiuda in se stessi, perdendo i contatti reali con il mondo esterno, arrivando a commettere reati sessuali o altro. Penso soprattutto ai reati che riguardano l’abuso di droghe, commessi da chi pensa di risolvere così i propri problemi, e invece rischia soltanto di rimanere più solo nella ricerca, si fa per dire, di nuovi stimoli.

All’inizio ho fatto molta fatica a confessare il mio reato, poi, pian piano, supportato dagli altri membri del gruppo, ho imparato a relazionarmi e a esprimere i miei disagi. Non mi sono sentito più solo: oggi riesco ad affrontare meglio le mie problematiche e sto imparando a convivere più serenamente con il mio passato. Ho stemperato molto la mia aggressività verso il mondo che mi circonda.

Mettiamo da parte i nostri preconcetti e fidiamoci di chi ci tende una mano per uscire dal tunnel delle nostre convinzioni perché non possiamo sempre colpevolizzare gli altri, ma dobbiamo imparare a riconoscere i nostri errori; è solo così che si può iniziare un cammino. Auguro a voi tutti, in particolare a quanti stanno per uscire dal carcere, di trascorrere nel modo più sereno possibile questo periodo estivo e di trovare nelle mie parole qualche spunto per vivere al meglio la vita futura. E a chi, purtroppo, rimane in carcere, suggerisco di vedere meno televisione…