Una serata densa di emozioni e di ricordi, al Centro San Fedele di Milano, ha fatto da scenario alla presentazione del bel volume fotografico Carlo Maria Martini apostolo della Parola, appena uscito in libreria, frutto di una coedizione della cooperativa culturale In dialogo, casa editrice dell’Azione Cattolica ambrosiana, e del Centro Ambrosiano.
Martedì 11 dicembre si sono radunati in molti per offrire un tributo e un omaggio all’Arcivescovo scomparso, ascoltando le testimonianze di tre autorevoli relatori: monsignor Gianni Zappa, per molti anni a capo dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e portavoce del cardinale Martini, ora assistente generale dell’Azione Cattolica di Milano; Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della sera; Donatella Negri, giornalista del Tg3.
Ciascuno ha tratteggiato la figura e il messaggio di Martini ripercorrendo innanzitutto i ricordi più personali e intimi. Così monsignor Zappa ha rievocato il suo rigore di gesuita, sempre disposto a prendere sul serio ogni persona incontrata, nel profondo rispetto della sua coscienza e della sua libertà. «Martini trattava tutti con il massimo rispetto – ha detto don Gianni -, provocando la responsabilità di ciascuno e inquietando le coscienze.» Importanti poi i tratti del vescovo, capace di «profonda comunione con la vita del suo popolo, attento a seguirne i cambiamenti di vita, con grande disponibilità all’ascolto delle sensibilità altrui». Un vescovo che ha insegnato la Scrittura «facendola incontrare nella preghiera. E mi piace pensare che abbia scelto, da vescovo emerito, di andare a Gerusalemme proprio per pregare», ha concluso Zappa.
Anche dal vicedirettore del Corriere sono venute parole di grande emozione, nel ricordo degli incontri con Martini presso la redazione del quotidiano milanese: «Confessandoci – ha detto Schiavi – che se non fosse diventato prete avrebbe desiderato fare il giornalista, si metteva in mezzo a noi come un vero direttore, in attento ascolto delle nostre visioni e valutazioni della situazione, molto curioso degli accadimenti e pronto a interrogarci su ogni cosa. Sfogliando questo libro – ha poi aggiunto – si sente ancora la sua voce ed è come se Martini fosse ancora in mezzo a noi». Schiavi ha poi ricordato la grande attenzione del cardinale al mondo dei mass media, su cui era molto informato: «Voleva sapere da noi operatori della comunicazione come il giornale e la tv potessero diventare strumenti capaci di trasmettere quella speranza e quelle buone notizie di cui Milano e il mondo avevano tanto bisogno».
Un tema affrontato anche da Donatella Negri, che ha ripercorso le numerose occasioni di incontro con Martini. «È stato un grande personaggio che mi piace collegare a Giovanni Paolo II – ha detto -: entrambi sono stati grandi comunicatori, che sapevano entrare in empatia con le persone. Martini in particolare aveva la rara capacità di trasmettere cose molto difficili e complesse, come quelle legate ai suoi studi biblici, in modo semplice e comprensibile da tutti. Aveva una cultura enorme, ma non lo faceva assolutamente pesare. Mi piace ricordare anche il grande rispetto che aveva per il nostro lavoro, attento ai tempi che aveva a disposizione e alle nostre esigenze redazionali».
E sono state le parole di un altro giornalista della Rai, Aldo Maria Valli, autore della prefazione del volume fotografico, che ha inviato da Roma un saluto ai partecipanti alla serata del San Fedele, a concludere la rassegna di testimonianze: «I sorrisi che vediamo in questo libro – ha scritto – disegnano l’arco di una vita spesa dalla parte della Parola e quindi dalla parte dell’uomo, di ogni uomo, indipendentemente dalla propria cultura e dalla propria fede. Il sorriso di Martini ci accompagna ancora e ci scalda il cuore».