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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Erba

Gli Amici di mons. Pirovano
aiutano Sant’Eufemia

Dall’associazione un contributo di 6000 euro per garantire i lavori di valorizzazione della cripta della chiesa romanica

6 Ottobre 2013

Un contributo di 6000 euro per garantire gli interventi per la valorizzazione della chiesa di Sant’Eufemia, antica plebana di Erba, tra i più significativi esempi di romanico in Brianza. È quanto ha deliberato nei giorni scorsi l’Associazione Amici di monsignor Aristide Pirovano, che a Erba opera nel nome e nel ricordo del vescovo concittadino, pioniere della missione in Brasile e poi Superiore generale del Pime, scomparso nel 1997.

Il contributo – provenienti dai fondi del 5×1000 – è necessario per accedere al finanziamento di 30 mila euro messo a disposizione dalla Fondazione provinciale della comunità comasca. Per la valorizzazione della cripta di Sant’Eufemia, riportata alla luce da recenti scavi, la Fondazione ha infatti destinato questa cifra, l’esatta metà dell’importo complessivo dei lavori (60 mila euro). Il contributo, però, è subordinato all’impegno, da parte della comunità erbese, di raccogliere in proprio il 20% del suo ammontare (6 mila euro appunto), pena la perdita del finanziamento. La scadenza era metà ottobre e per questo motivo don Giovanni Afker, parroco della Comunità pastorale Sant’Eufemia, aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione. Considerata la disponibilità dei fondi del 5×1000, gli “Amici” hanno deciso di intervenire, assicurando la somma necessaria.

«Quando sarò più vecchio ritornerò a Erba per fare il prete al mercato…»: così scriveva a un amico padre Aristide nel 1978, appena lasciato il Superiorato del Pime e in procinto di ripartire per il Brasile, dove, al fianco di Marcello Candia, avrebbe vissuto l’ultima e più affascinante tappa della sua lunga avventura missionaria: il recupero umano e sociale dei lebbrosi di Marituba, nella missione poi visitata, tra gli altri, da Giovanni Paolo II e dal cardinale Carlo Maria Martini. «Fare il prete al mercato», per padre Aristide, significava appunto celebrare la messa in Sant’Eufemia, che si affaccia sulla piazza dove il giovedì si svolge il tradizionale appuntamento commerciale. Il contributo devoluto dagli “Amici” è motivato proprio dal particolare affetto che padre Aristide ha sempre nutrito per la chiesa di Sant’Eufemia.

Da ragazzino partecipava lì alla prima messa del mattino. Nei giorni dei bombardamenti su Erba nel 1944, Sant’Eufemia si trovava nell’epicentro dei disastro e, con gli allarmi aerei lanciati dal suo campanile, divenne il simbolo della comunità ferita, alla quale padre Aristide prestò il suo conforto materiale e spirituale. In occasione dei suoi periodici ritorni a Erba, il vescovo vi sostava frequentemente in preghiera e vi celebrava la messa del sabato pomeriggio. E dopo la sua morte, proprio in Sant’Eufemia venne allestita la camera ardente. «Era la chiesa più amata da padre Aristide – spiegano gli “Amici” -. Non potevamo rimanere insensibili alle sue necessità».