In venti, destinazione Sarajevo, per tre giorni. I ragazzi della Comunità pastorale Epifania del Signore di Brugherio in viaggio nella memoria della città balcanica dal 27 al 31 agosto.
Una tre-giorni che vuole ripercorrere le ferite aperte dalla guerra e la capacità che questo Paese ha avuto di ricostruire il proprio vissuto. Non solo nei muri, come quelli della Biblioteca di Sarajevo (riaperta da pochi mesi), che conteneva preziosi volumi del Cinquecento e il cui incendio ha segnato quegli anni come il simbolo di una guerra interetnica che, assieme alle persone, ha ucciso anche la cultura. Un viaggio per capire anche come le persone e soprattutto i giovani hanno deciso di ricostruire un percorso.
«Questa proposta rappresenta allo stesso tempo un’occasione di forte crescita personale e un momento di vacanza in compagnia – dice Stefano Borgia del gruppo giovani -. Ed è proprio lo “stare insieme” a Sarajevo, simbolo di un’integrazione culturale davvero difficile, se non mancata, che acquisisce una valenza ancora maggiore. Le motivazioni e le aspettative sono tante: i nostri piedi cammineranno nel tempo, su un passato che ha lasciato il segno».
Dopo una sosta a Lubiana, il gruppo approderà dunque per tre giorni a Sarajevo, proprio nell’anno in cui la città ricorda un altro anniversario: l’attentato in cui Gavrilo Princip uccise l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, che diede inizio alla Prima Guerra mondiale. Ad accompagnare i ragazzi sarà il responsabile della pastorale giovanile della comunità brugherese, don Alessandro Maggioni.