Fare famiglia o rendersi comunque autonomi si esplicita nel mettere su casa. Ma qui si devono fare i conti con quella che è stata definita come alta tensione abitativa, per la forte difficoltà a Milano a soddisfare la domanda di case.
La sproporzione tra la domanda e l’offerta di alloggi ha portato negli anni a un incremento così elevato dei prezzi (sia per la vendita sia per l’affitto) da rendere l’investimento immobiliare particolarmente interessante in termini sia di incremento del capitale sia di rendita. A questo si aggiunga il problema di una soddisfazione della richiesta poco rispondente alla effettiva domanda di molte famiglie.
A Milano l’affitto riguarda una casa su tre; un dato che si può spiegare sia con i prezzi più elevati, che rendono meno accessibile l’acquisto di una casa, sia con la maggiore presenza di abitanti temporanei (lavoratori in trasferta o studenti fuori sede).
Tale alta tensione abitativa investe naturalmente anche i giovani, nel momento in cui si rendono autonomi dalla famiglia di origine e/o costituiscono un proprio nucleo familiare; pur se vi è una diversificazione della domanda di casa da parte dei giovani, che è legata anche a situazioni contingenti e transitorie del ciclo vitale (la formazione e gli studi universitari, i primi passi del percorso professionale, ecc.).
L’entrata ritardata dei giovani nel mercato del lavoro incide sulla loro capacità di patrimonializzazione; inoltre, l’alto costo può far propendere molti, in particolare i giovani con un reddito non elevato, per l’acquisto di una casa sottodimensionata rispetto alle potenziali esigenze della famiglia.
A una lettura puramente contabile, in tali casi si potrebbe ritenere che tutti coloro che hanno preso questa decisione hanno risolto il problema della casa; ma sfugge sostanzialmente al dato statistico un aspetto di grande importanza, cioè a quali funzioni e per quale tipo di famiglia la casa sia adeguata. La tensione abitativa del capoluogo produce inoltre, come è noto, una mobilità sul territorio provinciale.
La situazione, dunque, si presenta per molti aspetti paradossale, quasi esistesse una relazione inversa tra la disponibilità effettiva di risorse per la casa e quanto sarebbe necessario per rispondere ai bisogni delle famiglie e soprattutto dei giovani. Una situazione che non deve comunque farci dimenticare che, nonostante le difficoltà persistenti per consentire alle giovani coppie l’accesso a un’abitazione nell’area metropolitana milanese, alcune positive esperienze e alcune proposte di soluzione sono state in questi anni esperite. (e.z.)