«La missione non è un’impresa solitaria. Uno si guarda intorno e riconosce accanto a sé coetanei convocati dalla stessa voce, gente di tutte le età e culture che forse hanno in comune la stessa amicizia con Gesù, la stessa speranza, lo stesso struggente desiderio di condividere la gioia di fare festa insieme». Lo ha affermato monsignor Mario Delpini, vescovo ausiliare di Milano, nella catechesi ai giovani italiani oggi dedicata al tema “Essere missionari. Andate!”.
Per il vescovo, «c’è un modo di essere insieme che può essere come la zavorra che impedisce di volare, di correre, di esprimere il meglio di sé: quel modo di appartenere a una compagnia che smorza l’entusiasmo, spreca il tempo, parcheggia la vita in un luogo di ritrovo». E «c’è un modo di essere insieme che può essere come il trampolino di lancio, l’incoraggiamento a osare, il motore per le grandi imprese. Essere insieme è una grande forza, appassionarsi insieme alla vita, alla rivelazione del suo significato, all’apprezzamento del contributo di ciascuno».
«Insieme – ha concluso – sperimentare che gli altri si aspettano da me il meglio, il meglio delle mie parole, del mio pensiero, della mia originalità è come essere nelle mani della levatrice che aiuta a nascere, che fa scoprire risorse che non si pensava di possedere, che consente di superare le timidezze, i complessi d’inferiorità».