È stata pubblicata da pochi giorni una Nota pastorale del nostro Arcivescovo sull’importante tema della comunità educante. In modo significativo questa Nota non si presenta come una Lettera pastorale, quanto come il «tentativo di sviluppare aspetti della proposta pastorale degli anni scorsi» (pagina 12), quasi a suggerire che il tema della comunità educante non si aggiunge ad altri, ma è capace di provocare e rileggere dall’interno ogni proposta della Chiesa.
La novità del tema e dell’espressione non va tradotta a livello di organigramma pastorale, dando vita a una nuova commissione; piuttosto essa richiede l’attenzione a ripensare in termini comunionali e comunitari l’intrinseca vocazione educativa della Chiesa. Lo spunto è tratto dall’Arcivescovo dall’esempio stesso di Gesù, il quale non ha chiamato a sé dei singoli, ma ha invitato chi incontrava a entrare in un rapporto singolare con lui dentro una comunità: quella dei discepoli e – per alcuni – il gruppo dei Dodici.
Suonano come molto consolanti e confortanti le parole con le quali l’Arcivescovo chiude il suo breve testo: «Partiamo con realismo, da ciò che c’è e con le persone che ci sono, prendendoci tutto il tempo che ci vorrà» (pagina 31). Stimolati da queste parole sono nate, in dialogo tra loro, due proposte di formazione che mirano alla costituzione delle comunità educanti.
Da anni per i catechisti impegnati nell’Iniziazione cristiana dei ragazzi vengono attivate in settembre le cosiddette «Quattro giorni»; su questo modello da cinque anni anche il Servizio per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio ha attivato un analogo percorso formativo per educatori dei ragazzi preadolescenti e adolescenti chiamato «EduCare». Ebbene, nel prossimo settembre queste iniziative avranno esplicitamente di mira la costituzione e il rafforzamento delle comunità educanti nelle nostre parrocchie. Non è da sottovalutare il fatto che le comunità educanti non nascono per indizione o costituzione formale, ma nella misura in cui le persone che hanno a che fare con i ragazzi decidono di coinvolgersi e confrontarsi a partire dal desiderio di educare alla vita piena del Vangelo.
Nelle «Quattro giorni» catechisti una relazione sarà proprio dedicata al tema della comunità educante; ma anche le altre tre suggeriranno interessanti spunti in quest’ottica: si tratterà infatti della necessità di coinvolgere i genitori nell’itinerario di iniziazione cristiana dei ragazzi e si ribadirà il primato della Parola di Dio – letta con modalità adeguate ai destinatari – nella prassi catechistica.
La proposta di «EduCare» cita esplicitamente il nostro tema nel suo sottotitolo: «Verso la comunità educante». È l’obiettivo che si vuole suggerire nell’affrontare i «mondi vitali» che in nostri ragazzi incrociano nella vita di tutti i giorni. Gli educatori saranno così provocati a comprendere quanto e cosa conoscono dei loro ragazzi in rapporto coi loro genitori, con il mondo della scuola e nel tempo libero.
Se la pubblicazione della Nota prima dell’estate offre la possibilità per una lettura meditata e distesa del testo, le due iniziative del mese di settembre garantiscono la possibilità di avere da subito degli stimoli per partire a realizzare le comunità educanti. Rimane da auspicare che tutti gli ambiti intercettati dall’Iniziazione cristiana (lo sport, la musica, l’animazione liturgica…), così come la Formazione permanente del clero, attivino percorsi che stimolino la ricerca di cammini condivisi tra le differenti competenze coinvolte, pur rimanendo ciascuno, come avverte l’Arcivescovo, «nell’ambito specifico del proprio compito [educativo]» (pagina 24).