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In libreria

Don Isidoro, vita di un «prete felice»

Edita dalle Paoline, la biografia di don Meschi curata da Cristina Tessaro traccia il profilo completo di un sacerdote vissuto e morto da martire

di Saverio CLEMENTI

28 Ottobre 2011

Un folto pubblico ha seguito, mercoledì 26 ottobre all’oratorio San Luigi di Busto Arsizio, la prima presentazione del libro Don Isidoro Meschi. Un “prete felice”, scritto da Cristina Tessaro per le edizioni Paoline. Tra i relatori, accanto all’autrice, c’erano Augusta Daverio, presidente dell’associazione “Amici di don Isidoro”, monsignor Gianantonio Borgonovo, direttore della Biblioteca Ambrosiana di Milano, il prevosto di Busto monsignor Franco Agnesi e il sindaco della città Gigi Farioli. Alla serata hanno fatto pervenire i loro saluti anche il cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Ennio Apeciti.

Un «prete felice»: così si definì don Isidoro Meschi nel suo testamento spirituale, scritto a pochi mesi da una morte improvvisa e sconcertante avvenuta a Busto Arsizio, la città dove spese quasi interamente il suo ministero. Il sacerdote quarantaseienne accolse a braccia aperte il suo assassino, un ragazzo psicolabile di cui da anni si prendeva cura, morendo per una pugnalata al cuore. La sua fine è stata paragonata a quella di un martire, ma come martire don Isidoro è anche vissuto.

Egli, infatti, aveva offerto a Dio la sua intera esistenza: la tenerezza del suo cuore compassionevole, sempre pronto ad accogliere le anime nel confessionale, ad assistere i deboli e i malati, a condividere gioie e dolori; la sua straordinaria intelligenza, di cui i suoi scritti, le sue omelie, le sue lezioni scolastiche sono evidenza luminosa e penetrante; le sue tenaci forze, che egli prosciugava fino all’estremo pur di assolvere al meglio i suoi numerosissimi compiti e di assistere chiunque avesse bisogno del suo conforto.

Negli anni Ottanta la sensibile antenna della sua carità si sintonizzò sull’emergere della devastante piaga della tossicodipendenza giovanile. Incapace di restare indifferente, con l’aiuto di numerosi volontari, egli creò dal nulla una comunità di recupero, la “Marco Riva”, e sviluppò un programma di riabilitazione che resta ancora oggi alla base dell’attività del centro.

«Il libro ha almeno due utilità – ha detto Tessaro -. Intanto, quella di aver ricostruito la vita di don Isidoro sullo sfondo storico in cui si è svolta, in un momento, tra l’altro, particolarmente delicato per la Chiesa come gli anni Settanta. Inoltre questa biografia restituisce un quadro completo della vita di questo straordinario sacerdote, attivo su tantissimi fronti: come prete, confessore e guida spirituale instancabile e illuminata, come professore di religione, in particolare al liceo classico Crespi di Busto, come direttore del settimanale diocesano Luce nell’edizione dell’Altomilanese, come educatore in oratorio, come terapeuta per i ragazzi perduti nella spirale della droga. Ora, grazie a un editore di prestigio nazionale come le Paoline, la storia di don Isidoro esce finalmente dai confini locali per arrivare in tutta Italia e farsi conoscere da chi, altrimenti, non avrebbe mai avuto l’occasione di conoscerla».

Ulteriori informazioni sulla vita di don Isidoro sono disponibili sul sito, recentemente rinnovato: www.donisidoro.org/