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Nuovi beati

Don Franceschino, piccolo prete gigante di virtù

Sabato scorso a Torino Paleari, sacerdote della “carezza materna”, è stato elevato alla gloria degli altari

a cura di Gabriele GUCCIONE

20 Settembre 2011

Il «piccolo prete del Cottolengo» che «faceva circolare aria di Paradiso» tra i poveri e gli ammalati della Piccola Casa è diventato beato. Don Francesco Paleari (1863-1939), primo cottolenghino a essere elevato alla gloria degli altari dopo il fondatore San Giuseppe Benedetto Cottolengo, è stato proclamato beato sabato 17 settembre a Torino. Il rito di beatificazione è stato presieduto dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nella “chiesa grande” della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Nella «Torino città santa» di don Bosco, Domenico Savio, madre Mazzarello e Giuseppe Cottolengo, «don Franceschino» – come veniva chiamato per la piccola statura – fu «un gigante di virtù». «La sua vita non fu fatta di episodi sensazionali – ha ricordato nell’omelia il cardinale Amato -, ma di eventi di incantevole semplicità e dolcezza. Egli fu straordinario nell’ordinario». Alla concelebrazione hanno preso parte anche monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, il vescovo ausiliare di Milano monsignor Luigi Stucchi (Paleari era originario di Pogliano Milanese), l’arcivescovo emerito di Torino, cardinale Severino Poletto, il superiore generale della Piccola Casa, don Lino Piano, e numerosi vescovi e sacerdoti piemontesi.

Sorriso di santità
«L’“angelo della Piccola Casa”, la cui propensione alla santità si manifestava nel suo dolce sorriso, passò gran parte della sua vita visitando gli ammalati e avvicinando i più ributtanti, che confortava con parole di consolazione – ha detto il cardinale Amato -. Preparava i carcerati a fare la santa Pasqua e aiutava sacerdoti e laici che accorrevano numerosi a lui per consiglio e guida». La beatificazione di don Paleari, ha specificato il Cardinale rivolgendosi ai religiosi e alle religiose del Cottolengo, rappresenta «un evento di grande rilevanza spirituale, voluto dalla Provvidenza Divina per ringraziavi della vostra fatica, per confermarvi nel vostro entusiasmo e per aprirvi a una generosità creativa e profetica. Voi siete la carezza materna di Gesù sui poveri di questo mondo, ai quali offrite sostegno, cura e dignità. Essi costituiscono i vostri tesori già qui in terra».

Tra gli oltre 3000 fedeli che hanno affollato la chiesa, il cortile e il teatro del Cottolengo (5 i bus giunti da Pogliano), anche Silvio Chiuzza, 76 anni, ingegnere in pensione che a 11 anni ottenne per intercessione di Paleari la guarigione da una meningoencefalite virale. Presente anche suor Angela Abbile, 89 anni, che nel giugno del 1946 pregò «don Franceschino» per chiedere la guarigione del piccolo Silvio.

Prete di pace

Il beato Francesco Paleari, nato a Pogliano Milanese il 22 ottobre 1863, frequentò il Seminario della Piccola Casa di Torino, dove a 23 anni fu ordinato presbitero. Per più di 40 anni fu confessore e direttore spirituale del Seminario diocesano. Assunse anche gli incarichi di provicario generale e vicario per la vita consacrata della diocesi di Torino. Nel 1936 una malattia cardiaca lo costrinse in pochi mesi all’inattività quasi assoluta. Morì il 7 maggio 1939, circondato da vasta fama di santità. «Più che mai in questi tempi, in cui tutti cercano di apparire con gesti eclatanti e clamorosi - spiega il neoeletto superiore generale del Cottolengo, don Lino Piano –, la figura di don Paleari è significativa: nel nascondimento fu un uomo e un prete di pace e di edificazione. Per la Piccola Casa la sua beatificazione è un segno che conferma la via tracciata dal nostro fondatore: l'amore per il prossimo, per il sofferente è una delle strade che portano a Dio».