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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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1 febbraio

«Difendiamo la vita
in ogni sua stagione»

In occasione della Giornata nazionale i Vescovi italiani insistono sulla solidarietà. La Diocesi ambrosiana invita le comunità a organizzare Veglie di preghiera e a compiere alcuni gesti concreti. Parlano Michela Tufigno e Luigi Magni, corresponsabili del Servizio

di Francesca LOZITO

25 Gennaio 2015

Un’attenzione nei confronti di tutte le età della vita in cui la fragilità è centrale: dalla nascita all’età anziana. Nel messaggio 2015 dei Vescovi italiani per la Giornata per la vita (1 febbraio) questa importante sottolineatura viene posta a premessa per dipanare un discorso che mette ancora al centro la cura nei confronti di quanti si trovano in difficoltà e vanno quindi protetti.

Ne sono convinti i coniugi Luigi Magni e Michela Tufigno, responsabili del Servizio diocesano per la famiglia con don Luciano Andriolo, che illustrano come la Giornata è stata pensata dalla Diocesi. «La vita va difesa non solo “ai suoi germogli”, ma occorre continuare a farla vivere a tutte le età – spiega Magni -. In questo la sottolineatura dei Vescovi è davvero molto importante». Essere solidali nella vita, come recita il tema, significa accompagnare le persone in difficoltà in ogni età. «Questa attenzione, perché no, va vista anche come un eventuale accompagnamento di intere famiglie». Oppure degli anziani che si trovano a vivere l’ultimo tratto della loro esistenza: «Che ciò avvenga in casa o in una struttura assistenziale non importa: se questi luoghi non sono pensati come “depositi”, anche in essi può nascere l’occasione di accompagnare». Il messaggio entra poi nella tematica specifica del generare una nuova esistenza: «Bene fanno i Vescovi a sottolineare come sia nobile il desiderio di avere un figlio». E nello stesso tempo, in questo testo si mette in evidenza che, affinché questo desiderio non muti in una pretesa, è importante non far cadere l’attenzione per tutte quelle vite generate e abbandonate. «L’affidamento, l’adozione – conclude Magni – sono una strada per esprimere l’attenzione non solo alla propria vita e a quella che genero, ma anche al figlio che è possibile accogliere, affidato temporaneamente, straniero, solo. Questa è una presa in carico della vita in tutte le sue sfaccettature».

Per quanto riguarda la Giornata in Diocesi, il Servizio fornisce alcune indicazioni specifiche. L’invito naturalmente a celebrare delle veglie è rivolto a tutte le comunità «secondo le specifiche tradizioni», sottolinea Michela Tufigno. Poi una serie di gesti proposti in modo «graduale»: si va dalla condivisione degli alimenti con la proposta di partecipare alla raccolta viveri fino a una scelta più forte: «Vorremmo che questo gesto possa essere vissuto non come una fredda raccolta, ma come un atto che si compie nel momento in cui si fa la propria spesa ogni giorno, aggiungendo i pannolini o il latte».

Un impegno più forte è quello di prendere parte al Progetto Gemma, col quale il Centro aiuto alla vita ambrosiano garantisce un sostegno economico per il primo anno di vita a mamma e bambino. «La cifra di 160 euro al mese – dice ancora Tufigno – forse non è sostenibile da alcune famiglie che in particolare stanno risentendo del periodo di crisi. Ecco allora che invitiamo a fare questo gesto in gruppi di famiglie, in comunità».

Infine il passo più grande, quello dell’affido o dell’adozione attraverso lo Sportello Anania di Caritas Ambrosiana e il Servizio diocesano per la famiglia. L’invito conclusivo è però a far emergere attraverso questa giornata, le tante forme di accoglienza e adozione in senso lato, non istituzionalizzate: «Sappiamo che ce ne sono tante, alle quali non si deve mettere necessariamente un marchio. Può essere l’affidamento di un vicino anziano o di un piccolo. Anche questi sono segni importanti di cura della vita».