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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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8 febbraio

Delpini: «Un omaggio a San Gerolamo,
un grazie ai Somaschi»

Questo il senso della celebrazione eucaristica che il Vicario generale presiederà nel Santuario di Somasca di Vercurago, nel giorno della festa del Santo

di Annamaria BRACCINI

1 Febbraio 2015

È considerato il patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata e per farne memoria, nel giorno della sua festa liturgica, l’8 febbraio, molte celebrazioni ricorderanno San Gerolamo Emiliani (o Miani, come più propriamente andrebbe chiamato) a Somasca di Vercurago, nel Lecchese (ma in diocesi di Bergamo), dove la Novena è già iniziata il 29 gennaio e sarà venerata l’urna con le reliquie.

Molti i momenti ecclesiali e culturali previsti, dalla Messa di sabato 7, presieduta dal vicario episcopale per la zona di Lecco monsignor Maurizio Rolla, alle diverse Messe di domenica 8 (quella delle 9 sarà presieduta dal prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin), mentre la solenne Eucaristia delle 10.30 verrà presieduta dal vicario generale della Diocesi di Milano, monsignor Mario Delpini. Ed è appunto lui a spiegare il perché di questa presenza. «Sarò nel Santuario di Somasca, dove San Gerolamo morì l’8 febbraio 1537, per rendere omaggio a un Santo che ha ancora tanto da insegnare oggi e il cui carisma è di grande attualità. Sarà anche un modo per ringraziare i Chierici regolari di Somasca, la Congregazione da lui fondata, per l’attività che svolgono nella nostra Chiesa ambrosiana».

Un impegno profuso, secondo il carisma del fondatore, a favore dei più disagiati e dei deboli, in diverse zone della Diocesi e a Milano, dove i Somaschi sono particolarmente attivi con la loro Fondazione. Religiosi e laici attenti alla cura della fragilità sociale e all’accoglienza soprattutto di madri maltrattate e di minori con l’Associazione Segnavia. Proprio nella Casa protetta “Primula” della Fondazione dei Somaschi nel Centro di piazza XXV Aprile a Milano, il cardinale Scola si è recato a Natale per portare il suo augurio a una quindicina di giovani donne. Senza dimenticare l’housing sociale, la vicinanza ai cammini di inserimento dei rom, l’educazione scolastica, l’impegno nella realtà parrocchiale di Trucazzano, la vicinanza a chi soffre di disagio psichico o è senza fissa dimora per cui, sempre in piazza XXV Aprile, si soccorre con un primo aiuto. Insomma, un «darsi sempre senza risparmio per servire i poveri», come raccomandava San Gerolamo.