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Culto

Da Olgiate Comasco pellegrini a Monza devoti a San Gerardo

Giovedì 25 aprile la comunità olgiatese rinnova l’antico voto espresso quando, per intercessione del Santo, fu debellato un gravissimo morbo. Il pellegrinaggio si concluderà con la Messa presieduta dall’Arcivescovo

di Vittore DE CARLI

19 Aprile 2024
L'Arcivescovo davanti all'urna di San Gerardo

Giovedì 25 aprile, mantenendo fede a un voto risalente al 1207, per la 817ma volta la parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano Martiri di Olgiate Comasco si recherà in pellegrinaggio a Monza, dove è conservata l’urna di San Gerardo de’ Tintori. Quest’anno il pellegrinaggio vedrà la celebrazione conclusiva presieduta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.

Nella Chiesa di Olgiate Comasco (Diocesi di Como) è ancora vivo il ricordo della “Settimana gerardiana” celebrata nello scorso ottobre, quando l’urna contenente le spoglie di San Gerardo è stata accolta con grande commozione e larga partecipazione popolare nella chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano. Per i fedeli olgiatesi più anziani si è trattato di rivivere momenti del lontano 1946, per i più giovani è stata invece l’occasione per conoscere la figura di questo santo e scoprirne le virtù.

Una presenza viva

Accingendosi al pellegrinaggio a Monza è opportuno ricordare le parole espresse dal parroco don Flavio Crosta all’arrivo dell’urna a Olgiate: «Il fatto che accogliamo le spoglie mortali di San Gerardo tra noi significa non tanto ospitare qualcosa di storico, bello e sacro da venerare e omaggiare con le nostre preghiere e i nostri canti, ma qualcuno, una persona, che anche a distanza di molti secoli, porta con sé la sua storia, la sua fede, la sua umanità, e attraverso di esse ci parla e ci provoca». È la disposizione d’animo da tenere recandosi in pellegrinaggio a Monza: storia, fede e umanità di San Gerardo continuano a provocare chiunque intenda approfondirne la conoscenza.

Un momento della processione

Al fianco dei sofferenti

Gerardo de’ Tintori nacque a Monza nel 1134, da famiglia benestante, poco prima che la città fosse colpita dalla carestia causata dall’invasione di grossi bruchi e funestata da un morbo maligno. Una situazione già di per sé difficile, aggravata da scontri e violenze in seguito all’invasione delle truppe di Federico Barbarossa. Il giovane Gerardo constatò così la sofferenza di tante vittime innocenti e soprattutto indigenti. La sua famiglia poteva disporre delle ricchezze derivanti da un’attività redditizia, di cui Gerardo fu interamente beneficiario alla morte del padre. Formato agli insegnamenti del Vangelo e alla fede in Cristo, decise di devolvere tutti i beni a favore dei poveri e particolarmente degli ammalati realizzando nella sua dimora quello che può considerarsi un vero e proprio ospedale.

Una scelta di vita virtuosa, non soltanto per le opere di carità, ma anche per la volontà di mettersi alla sequela di Cristo: Gerardo operò miracoli e a tal proposito esistono testimonianze, tanto che quando morì, il 6 giugno 1206, in odore di santità, la fama delle sue opere si diffuso rapidamente. Vi contribuì in particolare la miracolosa liberazione, ottenuta per sua intercessione, della popolazione di Olgiate Comasco dal morbo della syncoposis, malattia che si manifestava con sintomi analoghi a quelli della follia. Fu Manfredo Settala, un eremita ticinese di Riva San Vitale, a suggerire di recarsi in preghiera sulla tomba di Gerardo, morto circa quaranta giorni prima. Giunti a Monza, gli olgiatesi ne riesumarono le spoglie portandole in processione nella vicina chiesa di Sant’Ambrogio (che successivamente sarà dedicata proprio a San Gerardo) e già sulla strada del ritorno furono raggiunti da concittadini con l’annuncio gioioso che il morbo era stato debellato.

Per questo la popolazione di Olgiate promise di recarsi annualmente alla tomba di Gerardo, il 25 aprile, giorno della festa di San Marco. Anche quest’anno manterranno fede alla promessa, recandosi a Monza nei modi più diversi, secondo tradizione: chi a piedi con una marcia di circa 6 ore, chi in bicicletta, in pullman, in automobile.

La Messa

Il pellegrinaggio

Il ritrovo è presso la chiesa di San Biagio dalla quale, alle 9, si snoderà la processione composta da rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Olgiate Comasco, dai sacerdoti don Flavio Crosta, don Francesco Orsi e don Alberto Dolcini con i ministranti, seguiti dai pellegrini con il Corpo musicale olgiatese. La cerimonia si snoderà lungo via Prina, via Zucchi, via Mantegazza, piazza Carducci, piazza Roma, via Vittorio Emanuele, via Lecco, via San Gerardo.

Nei pressi del Duomo, si inseriranno nel corteo l’Arcivescovo e don Massimo Gaio, parroco di San Gerardo al Corpo. La processione arriverà per le 10 alla chiesa di San Gerardo dove sarà celebrata la Messa, accompagnata dai canti della corale parrocchiale di Olgiate Comasco diretta da Roberto Colombo.

 

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