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Nelle parrocchie

Da Family a un nuovo stile di vita

Il VII Incontro mondiale delle Famiglie ha lasciato il segno nelle comunità ambrosiane: un’esperienza ormai profondamente radicata e che mai verrà dimenticata

di Cristina CONTI

8 Luglio 2012

Confrontarsi sui temi legati alla famiglia. Organizzare iniziative concrete per aiutare chi è in difficoltà. Vivere in modo più consapevole la propria quotidianità. Sono tanti gli stimoli che l’Incontro mondiale delle Famiglie ha dato alle parrocchie della diocesi. E in molte comunità i partecipanti si sono ritrovati dopo l’evento per mettere in comune riflessioni e proposte.

Come nella parrocchia della Beata Vergine Assunta di Bruzzano (Mi). «Da noi, all’oratorio San Luigi, sabato 30 giugno si è tenuto un incontro post-Family – spiega Roberto Romualdi, tra gli organizzatori dell’iniziativa -. Abbiamo pensato di intitolarlo “Emozioni, parole, immagini”. Era nostra intenzione, infatti, ritrovarci per ricordare dopo un mese le emozioni, davvero tante, vissute insieme nei giorni di permanenza del Papa a Milano. E non solo. Erano invitate famiglie che hanno accolto, collaboratori, tutti coloro che hanno simpatizzato o non avevano avuto modo di partecipare. Abbiamo chiesto a diverse famiglie di raccontarci le sensazioni relative a tutti i momenti vissuti in quei giorni». Tanti i momenti forti vissuti insieme: l’incontro a San Siro con i Cresimandi, la Festa delle Testimonianze, la Messa della domenica, l’ospitalità in oratorio per dodici giorni di un gruppo di volontari, l’accoglienza in famiglia di una cinquantina di persone (provenienti dalla Russia, dalla Francia e dall’Argentina, tra loro anche due suore e quattro sacerdoti), le cerimonie in parrocchia (adorazione eucaristica e messa del sabato mattina). «Particolarmente emozionante è stato il videocollegamento via internet con la Russia. La comunità russa, composta da famiglie con numerosi figli, da due suore croate e da un sacerdote argentino in terra di missione, ha particolarmente toccato il cuore di tutte le persone che l’hanno incontrata. Le emozioni erano ancora molto vive nei visi e nelle parole di tutti, segno che l’esperienza si è ormai profondamente radicata e mai verrà dimenticata», aggiunge Romualdi. Durante l’incontro i partecipanti hanno anche rivisto i filmati di alcuni momenti (l’arrivo del Papa a San Siro e a Bresso e il commosso saluto finale), le numerose foto e un filmato girato da un parrocchiano.

Nella parrocchia di Santa Maria del Rosario, invece, a incontrarsi sono state le giovani coppie. «Ci siamo ritrovati con i neosposi e i fidanzati per rileggere insieme gli interventi del Papa. È stato molto bello – commenta il parroco don Fausto Gilardi -. Alcuni avevano appena finito il corso di preparazione al matrimonio e quindi è stato anche un modo per concludere la loro esperienza teorica». Per tutto l’anno la comunità si è preparata sulle dieci catechesi dedicate alla famiglia. Ci sono stati incontri e dibattiti. «Il VII Incontro mondiale delle famiglie ha lasciato il segno. Le giovani coppie si sono sentite molto comprese e stimolate», aggiunge. Una metafora che è piaciuta molto, tra quelle emerse nel discorso del Pontefice, è stata quella del «vino buono», il momento dell’innamoramento, che poi lascia il posto al «vino migliore», quello della vita quotidiana. «Tutti hanno dimostrato il desiderio di fare proprio ogni giorno l’insegnamento del Papa, di servirsene contro le difficoltà del proprio cammino», conclude il parroco.

Tradurre l’esperienza di pochi giorni in uno stile di vita: un proposito nato anche nella Comunità pastorale Ss. Redentore e San Gregorio Magno a Milano. «Ci siamo preparati all’evento a livello decanale e siamo stati molto fortunati, perché abbiamo avuto l’opportunità di ospitare tanti pellegrini: da noi sono state circa 80 le famiglie che hanno dato disponibilità. Siamo arrivati all’incontro in un crescendo e i laici si sono trovati protagonisti», racconta il parroco don Natale Castelli. Aprire le proprie case a chi viene da fuori, mostrare la città, dare una mano nell’organizzazione degli spostamenti. «I parrocchiani si sono sentiti coinvolti. E da qui la decisione, durante il Consiglio pastorale, di mettersi a disposizione anche degli stranieri che vivono nella nostra comunità abitualmente, di essere ospitali sempre, di cambiare atteggiamento verso chi è con noi ogni giorno», aggiunge. Durante la Veglia e la Messa con il Pontefice, invece, sono le parole di accoglienza verso i divorziati a far riflettere di più. «Queste aperture sono state percepite come un atteggiamento nuovo, di una Chiesa che, come famiglia, tiene conto dei problemi e delle sofferenze dei suoi membri», precisa don Castelli. E poi l’invito del Papa a creare gemellaggi di sostegno tra le parrocchie. Un aiuto reciproco fatto di solidarietà e di servizio: «Qui il suggerimento di Benedetto XVI è stato letto in una prospettiva personale, come gemellaggio tra famiglie. È una prospettiva molto promettente. E certamente il clima che si è creato è quello di continuare a essere protagonisti normalmente nella vita parrocchiale: una scelta che di certo a noi preti non può che far piacere».