Nel suo intervento del 28 maggio l’Arcivescovo ha indicato un nuovo cammino per la nostra Chiesa diocesana, chiamata ad «annunciare Gesù Cristo come evangelo dell’umano» negli ambiti dell’umana esistenza. Si tratta di una sfida che anche il Consiglio pastorale diocesano intende da subito assumere. Nella prossima sessione, che si svolgerà a Villa Sacro Cuore di Triuggio il 15-16 giugno, cercherà di portare il proprio contributo di riflessione e di proposta per comprendere appieno, declinare e attuare nelle nostre comunità ecclesiali l’iniziativa pastorale “Il campo è il mondo” e, in generale, per ribadire l’importanza di una conversione personale e comunitaria in chiave missionaria, superando i bastioni che ci impediscono di uscire dalle nostre abitudini e presunte sicurezze, dai nostri recinti culturali e di appartenenza, per andare sulle strade incontro ai nostri fratelli, vivere la città e lì annunciare il Vangelo.
Non è allora un caso aver scelto di farsi guidare nella riflessione dalle parole di Papa Francesco, raccolte nell’opuscolo Dio nella città, con le quali, l’allora Arcivescovo di Buenos Aires, partendo dal documento di Aparecida dell’episcopato latino-americano, delinea i tratti di quella che viene definita la «pastorale urbana». Occorre partire infatti dalla consapevolezza che Dio già vive nella città e assumere su di essa uno sguardo nuovo, «uno sguardo che include senza relativizzare», dal di dentro, ponendosi in ascolto della città, ma al contempo compiendo un attento discernimento perché andare incontro all’umano «non comporta la relativizzazione dei valori né la giustificazione di anti-valori; piuttosto… la forza di accompagnare dei processi e la pazienza del fermento che aiuta a crescere».
Ecco tornati all’icona evangelica scelta dall’Arcivescovo per l’iniziativa del prossimo anno pastorale: chiamati a seminare nel campo che è il mondo la Parola del Vangelo, guardando in modo positivo alle sorelle e fratelli che incontriamo, con l’umiltà, come ci ricorda il Papa, anche di «imparare» dalla città, perché «questo è anzi frutto del Vangelo stesso, che interagisce con il campo in cui cade la semente». L’iniziativa pastorale proposta dall’Arcivescovo ci aiuta in questo cammino: il Consiglio pastorale è chiamato ad approfondire, in tutte le sue implicazioni, il suo scopo, che si caratterizza per una piena apertura al mondo, per una proposta integrale del Vangelo negli ambiti di vita, puntando a uno stile di testimonianza e non di egemonia.
Nel far questo saranno di aiuto l’intervento del professor Fulvio De Giorgi, previsto all’inizio della sessione, il dialogo con l’Arcivescovo, e i gruppi di lavoro chiamati a un discernimento sulle modalità per praticare l’apertura delle realtà ecclesiali al vissuto della gente e sulla testimonianza cristiana nella città, aprendosi alla dimensione sociale. Un importante lavoro è poi affidato alle riunioni preparatorie nelle Zone pastorali, chiamate a fornire indicazioni e proposte sui quattro livelli di attuazione dell’iniziativa del prossimo anno pastorale, ossia la valorizzazione delle esperienze positive in atto, l’attuazione della pluriformità nell’unità, l’individuazione di iniziative comuni a tutta la Diocesi, il ripensamento dell’attività degli Uffici diocesani, per migliorare il collegamento con i soggetti della concreta azione pastorale, accompagnandoli ad approfondire i rapporti con gli ambiti di vita reale della gente.