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Cantù

«Condividiamo la bellezza della fede»

L’esperienza di Martina Biotto, responsabile Giovani di Azione Cattolica del Decanato

di Luca COSTAMAGNA

7 Aprile 2013

«Si può dire che l’Ac a Cantù sta rinascendo in questi ultimi quattro anni – ci racconta Martina Biotto, responsabile Giovani di Azione Cattolica del Decanato -. Se a livello degli adulti la vita associativa non si era mai interrotta, non così è successo per gli adolescenti e i giovani che stanno tornando ad avere una piccola primavera».

A Cantù, infatti, c’è un buon gruppo di adulti che si riuniscono con regolarità e vivono insieme l’esperienza associativa con momenti di riflessione. Due anni fa è nato il gruppo Adolescenti di Azione Cattolica. Il gruppo Giovani conta una quindicina di membri e riunisce sia i giovani del Decanato di Cantù-Mariano, sia quelli del Decanato di Seveso. Il fatto che i giovani si trovino tra Decanati diversi arricchisce molto il gruppo con lo scambio di esperienze: sono storie diverse che però camminano fianco a fianco.

Martina, quando e come ha cominciato a seguire gli adolescenti e i giovani?
Dopo la Maturità mi hanno fatto la proposta di andare a una vacanza giovani e mi è piaciuto lo stile, semplice e fraterno. Tramite una ragazza di Meda, allora responsabile Giovani della Zona di Monza, ho avuto l’incoraggiamento di iniziare a seguire il gruppo Giovani di Seregno e pian piano ho invitato alcuni ragazzi di Cantù a venire a seguire gli incontri con me a Seregno. Visto che la cosa piaceva e i numeri crescevano, abbiamo deciso di fare un gruppo “nostro” qui a Cantù insieme agli amici di Seveso.

Quali sono i temi degli incontri?
Gli incontri sono organizzati seguendo gli itinerari che ci vengono proposti dell’Associazione: ecclesialità, responsabilità, spiritualità. Gli incontri degli adolescenti comprendono preghiera, riflessione, attività di gioco, cena in condivisione. Gli incontri dei giovani si tengono dopo cena. A volte noi giovani proponiamo degli incontri aperti a tutti e invitiamo dei testimoni. Per ultima, una coppia dell’Operazione Mato Grosso, che vive in Perù, ci ha parlato della fraternità.

Come responsabile cosa l’ha colpita di più in questi anni?
Sono tante le piccole cose belle che mi hanno colpito e che mi fanno tornare a casa contenta quando finiscono gli incontri, ma mi piace sottolineare le tappe della nascita del gruppo Adolescenti. Due anni fa ad alcuni ragazzi della parrocchia di Santi Michele e Biagio era stata proposta la vacanza diocesana di Ac a S. Caterina: tornati dalle vacanze hanno chiesto di fare un gruppo Ac anche qui a Cantù. Talvolta si pensa che hanno poco da dire, sono superficiali, invece penso che hanno molto di cui condividere e sentono il bisogno di stare uniti come amici per fare insieme un cammino cristiano. Gli adolescenti vanno un po’ incoraggiati a guardare al di fuori, a uscire dalle proprie parrocchie per confrontarsi con i loro coetanei e tornare nelle proprie comunità arricchiti.

Cosa pensa sia importante per un gruppo Ac, in particolare per i giovani?
Come giovani la cosa che si sente importante è condividere soprattutto la bellezza della fede. Sono stata felice di conoscere tramite l’Ac nuovi giovani. Questo mi ha permesso di avere un respiro più ampio, di sentire un’aria di “diocesanità”. L’Ac è un’associazione di laici che chiama a mettersi in gioco, a camminare insieme nella fede, nella corresponsabilità.

Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno?
L’obiettivo principale ora è proporre nel Decanato le vacanze estive dell’Ac. Per il prossimo anno il sogno principale è quello di far partire anche un gruppo 18/19 enni che oggi non c’è ancora. Per quanto riguarda i gruppi Ado e Giovani invece l’obiettivo è quello di invitare sempre più persone del Decanato a partecipare all’itinerario e alle proposte diocesane. Quest’anno abbiamo investito soprattutto nel gruppo Ado e si è riusciti a coinvolgere molti ragazzi che hanno aderito con grande entusiasmo.