Sirio 26-29 marzo 2024
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Riflessione

Come viviamo la Quaresima in famiglia

Un approfondimento dei responsabili di settore dell’Azione Cattolica Ambrosiana: «L’occasione buona per mettere entusiasmo e dedizione nel rapporto con Dio»

di Roberta OSCULATI e Tomaso AJROLDI Responsabili della Commissione famiglia Ac

25 Marzo 2014

E siamo già quasi a metà Quaresima!

Il tempo corre e ce ne accorgiamo sempre un attimo dopo… Così è per il tempo di Quaresima, se il nostro cuore non è pronto alla conversione: infatti, se non cambiamo rotta, Gesù ci passa accanto, ma non entra nella nostra vita, non cambia le nostre relazioni, non riesce a dare slancio alla nostra storia. Perciò ci piace legare il tempo della Quaresima al verbo “scegliere” e vedere questo periodo dell’anno liturgico come occasione propizia per dare un’accelerata al nostro stile di vita cristiano laicale in chiave familiare.

Ai nostri figli parliamo di Quaresima come di un “tempo felice”, il tempo dei preparativi del cuore, un dono da accogliere con gioia per mettersi totalmente in gioco – singolarmente, come famiglia e come comunità – per prepararci alla festa per eccellenza: la Pasqua! Ajroldi Niccolò tra pochi mesi compirà 18 anni e già fantastica sulla festa che organizzerà… Anche nel rapporto con Dio dobbiamo riuscire a mettere tutto l’entusiasmo e la dedizione che abbiamo dentro, la cura delle cose belle e il desiderio di fare bene: ecco, la Quaresima è la nostra occasione per farcela, puntando su una più intensa preghiera, sul digiuno e sulle opere buone.

[Il rapporto con Dio:] la preghiera. Normalmente ci diamo un ritmo di preghiera, ma questo è il momento di intensificarlo, magari con una lettura di meditazione, approfondendo e cercando insieme spazi di confronto sulla Parola, recandoci una volta in più alla messa infrasettimanale, partecipando insieme alla Via Crucis proposta dall’Arcivescovo a tutta la Diocesi, preparando bene il momento della riconciliazione… Che il ritmo della preghiera personale si alterni al ritmo del confronto all’interno della coppia e diventi pian piano anche capace di “generare” i nostri figli alla fede, oltre che alla vita.

Per la preghiera ci piace dare tempo e attenzioni a seguire di giorno in giorno la proposta fatta dall’Acr ai più piccoli e insegnare loro che la preghiera altro non è che imparare a parlare con Dio della nostra vita di tutti i giorni e ascoltare la sua Parola: insegniamo ai nostri figli che basta trattenere “una” cosa alla volta per diventare ogni giorno un po’ più amici di Gesù!

[Il rapporto con noi stessi:] il digiuno. È facile cadere nel devozionismo mettendo in campo questo argomento, però ci proviamo ugualmente puntando non tanto e non solo sull’astinenza da dolci e carne o anche solo dal ridimensionamento delle quantità di cibo che mettiamo nel nostro piatto, ma proponendo un digiuno diverso, il digiuno da qualcosa che ci costa tanta fatica, come per esempio spegnere la televisione il venerdì e dedicare quel tempo (che all’inizio può parere “vuoto” e che invece ci piace chiamare “ritrovato”) a noi stessi, a giocare insieme e – perché no? – anche a pregare. Se scelto, questo digiuno ci regala davvero un tempo felice e trasforma una rinuncia in un’occasione buona.

[Il rapporto con gli altri:] le opere buone. Parliamo innanzitutto dell’amore fraterno in senso stretto, quello cioè che coinvolge ciascun membro all’interno delle mura domestiche, perciò chiediamo un di più di attenzione nelle relazioni e soprattutto nel ricucirle dopo aver creato una ferita. Ma sappiamo per esperienza che la nostra casa è più felice quando l’amore si allarga, esce ed è capace anche di far entrare qualcuno. La Chiesa la chiama carità: nelle nostre famiglie si traduce in attenzione, accoglienza, disponibilità a mettere in gioco se stessi per seminare un di più di umanità, vivibilità, solidarietà attorno a noi. Certo questo passaggio prevede anche il discorso economico, ma in realtà è molto di più e non solo questo: la carità comincia dal saper donare innanzitutto se stessi nel condominio, per la strada, a scuola, al lavoro, con gli amici…

In conclusione, la Quaresima ci vuole liberi e disponibili: scegliamo la strada che ci pare migliore per vivere le settimane che ci rimangono come tempo felice incontro a Gesù.