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Esperienza

Cesano Boscone, così l’Ac mette in pratica la Chiesa in uscita

Un proficuo lavoro di relazione e collaborazione per mettere in rete tra loro le diverse realtà del territorio nella testimonianza del consigliere Roberto Tarantola

di Marta VALAGUSSA

6 Ottobre 2019

L’Azione Cattolica di Cesano Boscone è una bella realtà, attiva e contagiosa. Ce la racconta Roberto Tarantola, socio di Ac e consigliere: «L’attività del nostro gruppo, così come è oggi, trova origine almeno tre anni fa, a partire dall’ultima assemblea diocesana e dalla novità introdotta nella nostra associazione di affiancare dei consiglieri al classico presidente di Azione Cattolica, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con il celo locale, con cui il dialogo deve essere sempre costante e proficuo. Negli ultimi anni ci siamo accorti che le riunioni mensili di Azione Cattolica risultavano spesso sterili. Confrontarci e formarci non produceva grandi frutti: tutto rimaneva circoscritto al nostro gruppo, anche per il fatto che gli iscritti a Cesano Boscone erano e sono ancora piuttosto avanti con l’età. Per questo abbiamo deciso di uscire, di mettere in pratica la “Chiesa in uscita” di cui tanto parla papa Francesco: dalla comoda sacrestia al sagrato, dal sagrato alla città».

«In occasione della festa patronale, abbiamo organizzato un’attività esterna, montando un gazebo all’interno dello spazio delle associazioni laiche legate all’amministrazione comunale – prosegue Tarantola -. Mentre la bandiera dell’Ac sventolava, ci siamo messi in ascolto della gente che passava per la festa. Vecchi amici, volti nuovi, discussioni, condivisioni di idee. Abbiamo scoperto una comunità civile intessuta dallo straordinario ordito del volontariato, ricco di tante tradizioni culturali e ideali, di capacità, di creatività, ma senza un orizzonte preciso, quasi schizofrenica. In quel momento abbiamo intuito quale fosse il nostro compito, quale fosse il nostro spazio. Il compito era ed è aiutare tutte queste varie realtà collegate al Bene Comune con quello che è la nostra forza e cioè Cristo, in modo che, collaborando tra più associazioni, si ottenesse innanzitutto un miglior risultato, cercando di alzare lo sguardo oltre l’immediato tornaconto e di proporre un progetto di futuro per noi e per i nostri figli».

Il risultato? «Dopo tre anni siamo solo all’inizio di questo percorso, stiamo incominciando a vedere “teneri germogli”. Da parte nostra la soddisfazione è enorme quando, incontrandoci per le vie e le piazze di Cesano, ci si saluta, ci si confronta, si abbozzano progetti. Fin qui può sembrare un bel parlare ingenuo, ma i frutti sono davvero evidenti: Caritas collabora con una associazione di quartiere per i suoi progetti; alle elezioni comunali partecipano come candidati due iscritti di Azione Cattolica, portando il proprio ricco bagaglio culturale; la scuola di italiano per stranieri parrocchiale è finanziata da Acli e patrocinata significativamente dal Comune; Legambiente del territorio organizza una pulizia straordinaria dei parchi a cui aderiscono tantissime associazioni. Come ha sottolineato il nostro presidente nazionale, Matteo Truffelli, il compito dell’Azione Cattolica è quello di “lavorare sotto le parti” in modo che, parafrasando la politica con la P maiuscola, le associazioni abbiano la A maiuscola. Insomma il terreno è fertile per continuare a collaborare significativamente con tutti. Il cammino è appena iniziato».

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