Per affrontare il «grave problema della casa», presente «in tutte le diocesi lombarde e acuito dalla crisi economica», le dieci Caritas diocesane si sono mobilitate per «sperimentare varie e creative forme di aiuto»; ma «una risposta risolutiva non può che venire da un grande intervento sotto la regia degli enti pubblici, senza deleghe deresponsabilizzanti e pilatesche». È uno degli elementi che emergono dal Rapporto delle Caritas Lombarde, presentato oggi a Milano e intitolato Abito dunque sono: riflessioni e buone prassi sull’abitare. La presentazione si è svolta nella sala Lazzati della Fondazione Ambrosianeum, con diversi interventi: mons. Erminio de Scalzi, vescovo ausiliare di Milano; don Claudio Visconti, delegato regionale delle Caritas della Lombardia; don Francesco Gipponi, referente del coordinamento tematico Osservatori delle povertà e delle risorse; Gabriele Rabaiotti, architetto e ricercatore del Politecnico di Milano, assessore ai lavori pubblici e alla casa di Milano; don Bruno Bignami, docente di Teologia morale presso lo Studio teologico interdiocesano e l’Issr di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano.
«A Milano, tra le 14.714 persone incontrate nei centri di ascolto della diocesi, il 15,8% presentava problemi legati all’abitazione», segnala il Rapporto delle Caritas lombarde sulla casa, illustrato oggi nel capoluogo: si tratta di 2.329 persone, di cui 1.413 incontrate da centri Caritas del solo capoluogo. A Brescia, invece, «sono stati eseguiti 582 sfratti nel 2015 contro gli 802 del 2014 (-27%), ma questo non indica che la situazione abitativa non sia più problematica, infatti il numero delle richieste di esecuzione degli sfratti convalidati è in aumento e restano aperte questioni delicate come quelle della morosità incolpevole, dei mutui che le famiglie non riescono più a portate avanti, dei pignoramenti immobiliari».
L’indagine presenta analoghi problemi nelle altre diocesi lombarde, sia nelle più grandi, come Bergamo, sia in quelle più piccole, come Mantova, Como o Vigevano. In risposta al problema della mancanza di alloggi a prezzi o affitti abbordabili le diocesi di Lombardia, attraverso le Caritas, «hanno generato risposte diversificate al bisogno abitativo – ha spiegato don Claudio Visconti, delegato regionale delle Caritas della Lombardia -. In alcune diocesi tali pratiche di prossimità si sono tradotte in progetti di sostegno attraverso il pagamento delle utenze e delle spese condominiali; in altre in fondi per l’erogazione di contributi economici per alleviare le situazioni di morosità incolpevole nel pagamento degli affitti; in altre ancora nella messa a disposizione di alloggi».
In uno dei capitoli del Rapporto, l’assessore alla Casa del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti, analizzando alcune possibili strade per rispondere al bisogno di alloggi nella realtà urbana, scrive: «Non è vero che non ci sono case a sufficienza e non è così vero che non ci siano case popolari. Il problema della casa oggi non risiede tanto nella domanda, quanto nel raccordo tra questa e l’offerta. Il “vuoto” edilizio e il fatto che esistano “case senza abitanti e abitanti senza casa” indica che la questione è legata al mancato incontro tra una domanda (ritenuta non sufficientemente garantita e non in grado di pagare) e una offerta (rispetto alla quale le aspettative di rendita del mercato appaiono “fuori misura”)». Le iniziative «che dovremo intraprendere nel prossimo futuro è bene che si muovano quindi – secondo l’assessore – non tanto nel sostegno a operazioni di nuova edificazione (anche perché i denari pubblici non ce lo permettono), quanto invece nel supporto e nella facilitazione, anche attraverso sperimentazioni mirate su alcuni territori (a partire da quelli più urbani e più densamente popolati dal momento che questi appaiono come quelli più carichi di domanda), che riescano a facilitare l’accesso alla casa da parte di quelle famiglie che, alle condizioni attuali, faticano a trovare un alloggio».