Cambiano criteri e le procedure di accesso al microcredito del Fondo Famiglia Lavoro. Potranno accostarsi a questo strumento anche gli under 35 inoccupati o disoccupati, persone senza figli, prive di reddito, già titolari di imprese individuali o che intendano avviare un’attività in cooperazione. «Si tratta di una modifica sperimentale per un periodo di sei mesi – spiega Luciano Gualzetti, segretario del Consiglio di gestione del Fondo -. Finora, su 14 situazioni complessivamente segnalate, sono state deliberate solo cinque richieste per la concessione del microcredito. Solo tre di queste hanno di fatto ottenuto il prestito, due hanno rinunciato».
Coordinato dalla Fondazione San Bernardino, il microcredito si propone di sostenere le famiglie che si trovano nell’impossibilità di ottenere un prestito dal sistema bancario per mancanza di lavoro. Tanti i problemi riscontrati fino a oggi. Dalla difficoltà di individuare progetti microimprenditoriali credibili, all’assenza di un reddito, anche minimo, all’interno del nucleo familiare che garantisca la possibilità di restituzione. La fase sperimentale si chiuderà a fine luglio 2014. Valutata l’efficacia delle variazioni introdotte, verrà inviata una nuova comunicazione.
L’ammontare del finanziamento potrà essere elevato fino a un massimo di 20 mila euro, in presenza di un progetto documentato e ben definito. «Vale la pena ribadire che la misura dell’importo deve essere motivata dal progetto di microimpresa», precisa Gualzetti.
Le richieste di microcredito saranno raccolte dagli operatori dei Distretti anche in base ai nuovi criteri, e quindi dovranno essere inviate alla Segreteria diocesana, possibilmente già corredate del progetto di microimpresa e del relativo budget.Il progetto di microimpresa potrà essere steso in collaborazione con gli sportelli territoriali di “Fare Impresa Insieme”, un servizio gratuito che accompagna l’avvio di nuove imprese e assiste quelle a rischio chiusura: l’elenco sarà indicato dalla Segreteria del Fondo. A seguito della ratifica del Consiglio di gestione le pratiche verranno inviate alla Fondazione San Bernardino, che le presenterà alle banche convenzionate per la concessione del prestito, previo, se necessario, un colloquio personale con l’interessato.
Progetti mirati alle esigenze dei disoccupati, formazione e microcredito sono i pilastri su cui si fonda la seconda fase del Fondo. Lo scorso anno sono state raccolte e analizzate in totale 2.100 schede. Di queste 1.600 hanno ricevuto una risposta positiva con contributi a fondo perduto, accompagnamento al lavoro e formazione professionale qualificata, in linea con le esigenze del territorio. Tra chi ha seguito un corso ci sono soprattutto operai e lavoratori di cooperative edilizie: ventuno hanno già trovato lavoro. Nel complesso sono stati raccolti 3 milioni di euro. «La crisi colpisce anche chi ha un’elevata specializzazione – commenta Gualzetti -. L’importante è non perdere tempo e non ripiegarsi su se stessi. Ma rimettersi in gioco e attivarsi nel campo della formazione».