Domenica 1 giugno il cardinale Angelo Scola sarà in visita a Busnago (Mi). Alle 10.30 celebrerà la Messa nella parrocchia di San Giovanni Evangelista e poi incontrerà i sacerdoti del Decanato di Trezzo sull’Adda. Ne parliamo col parroco don Stefano Strada.
Come vi siete preparati all’incontro con il Cardinale?
Quest’anno celebriamo il bicentenario di consacrazione della parrocchia, avvenuta il 4 agosto 1814: per questo motivo il Cardinale viene a farci visita. Per prepararci in queste ultime tre settimane abbiamo chiesto a un sacerdote della Diocesi di Bergamo di venire da noi a tenere alcune meditazioni serali su tematiche ecclesiali, così da aiutare la nostra comunità a riflettere su questa dimensione importante della vita cristiana.
Come siete organizzati dal punto di vista pastorale?
Siamo una parrocchia singola e di stampo tradizionale. Abbiamo un servizio di animazione liturgica, persone che si occupano dell’ordine e della pulizia della chiesa. Le attività in oratorio funzionano bene, sono organizzate da educatori e catechisti. Diverse persone partecipano poi alle altre proposte: il coro, la banda parrocchiale, il gruppo teatrale e quello sportivo dell’oratorio, che si allargano ad altre associazioni presenti nel paese.
Chi sono gli abitanti del vostro territorio?
La parrocchia ha avuto un’evoluzione particolare negli ultimi vent’anni: da paese normale Busnago si è trasformato in cittadina, grazie a una forte espansione urbanistica. Dagli anni Novanta a oggi la popolazione è raddoppiata. Qui si sono trasferite molte persone dall’hinterland: sono arrivate soprattutto famiglie giovani con bambini e per questo abbiamo avuto molti Battesimi e matrimoni. Adesso però questo fenomeno si è arrestato, complice anche la crisi, e così purtroppo anche Battesimi e matrimoni sono diminuiti.
La crisi economica si è sentita molto da voi?
Sì, soprattutto su due fronti: quello delle aziende presenti nella nostra zona e quello delle famiglie. Nel primo caso ci sono state chiusure, riduzioni del personale e richiesta di ammortizzatori sociali. Nel secondo ci sono state difficoltà economiche, anche se il più delle volte sono state poco marcate, perché almeno uno dei due coniugi è riuscito a mantenere il lavoro e a sostenere economicamente la famiglia. A causa della crisi, comunque, in questi ultimi anni, sia la Caritas, sia i Servizi sociali del Comune hanno potuto riscontrare un aumento delle richieste di aiuto.
Ci sono molti immigrati?
Non molti. La presenza più significativa è quella delle badanti provenienti dall’Est Europa, in servizio presso anziani del territorio, che hanno problemi di mobilità e preferiscono rimanere nelle proprie abitazioni. Queste donne si ritrovano spesso fra loro, hanno momenti di incontro nella piazza del paese, si riuniscono per chiacchierare e trascorrere qualche ora insieme. C’è poi qualche famiglia di extracomunitari che proviene dal Nord Africa, dal Sud e dal Centro America.
Anziani: com’è la situazione?
Cerchiamo di fare qualcosa per loro, ma fanno fatica a seguire. C’è un Centro del Comune che propone diverse attività. Ma molti si ritrovano soprattutto nei cortili: da noi, per fortuna, esiste ancora questa dimensione che è scomparsa nelle grandi città.
E i giovani seguono assiduamente?
Per i più piccoli ci sono i gruppi di catechesi di iniziazione cristiana, poi quelli per i ragazzi delle Medie e per gli adolescenti. Dopo la Cresima c’è sempre un calo numerico nella frequenza. Sabato scorso abbiamo avuto in parrocchia le Professioni di fede dei ragazzi di terza media: hanno partecipato in sette, un numero maggiore rispetto agli anni precedenti. Gli educatori e i catechisti sono molto disponibili. Le attività sportive in oratorio raccolgono sempre tanti ragazzi ed è parecchio “gettonato” anche l’oratorio feriale: ci piacerebbe che fosse la stessa cosa anche per quello domenicale.