Sarà la prima beatificazione nell’Anno della Fede e riguarderà, tra gli altri, anche due ambrosiani. Parliamo dei 14 frati francescani del convento di Santa Maria della Neve a Praga, che furono massacrati il 15 febbraio 1611: tra loro anche fra Gerolamo degli Arese di Milano, diacono, e fra Gaspare Daverio, di Bosto (Varese), suddiacono. Il rito della loro beatificazione si svolgerà sabato 13 ottobre, nella Cattedrale di Praga, e sarà presieduto dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. A rappresentare la Diocesi di Milano sarà monsignor Renzo Marzorati.
I Frati Minori hanno predisposto un opuscolo che presenta la vicenda dei gloriosi confratelli e hanno anche preparato delle immaginette per la diffusione tra i fedeli (info: tel. 0331.633450; busto@fratiminori.it). Prossimamente è prevista anche una celebrazione a Varese per festeggiare i nuovi Beati.
Il contesto del massacro
Il martirio dei 14 francescani si colloca nella lotta tra protestanti e cattolici. Rodolfo II, re di Boemia e imperatore, aveva concesso la libertà religiosa alle confessioni non cattoliche presenti in Boemia con la lettera di Maestà del 1609, che acuì il contrasto tra cattolici e protestanti. Questi ultimi erano sostenuti dall’arciduca Mattia, fratello dell’imperatore, che tramava per spodestare Rodolfo. Il 15 febbraio 1611 una grande folla formata da Hussiti, Calvinisti, Luterani e da altri cattolici fece irruzione nel convento francescano di Praga: nell’arco di quattro ore furono massacrati 14 frati. Tra loro, oltre ai due ambrosiani, altri due italiani: il bergamasco padre Bartolomeo Dalmasoni e il bresciano fra Giovanni Bodeo o Rode. Non si sa se i quattro lombardi si trovassero a Praga per anelito missionario o semplicemente per la migrazione delle loro famiglie in una regione già abitata da molti italiani, oppure inviati dall’Italia o entrati in convento in Boemia: presumibile la seconda ipotesi.
Le cronache raccontano di un’aggressione violentissima: dopo il martirio, i corpi dei religiosi rimasero esposti per quattro giorni nella piazza davanti alla chiesa della Neve. Furono poi due nobildonne, insieme ad altri cittadini, a sottrarli di nascosto nella notte e, avvolti in teli bianchi, a seppellirli in un luogo vicino all’ingresso del convento. Successivamente i martiri furono sepolti nella cappella della Madonna, sotto l’altare di S. Pietro d’Alcantara (1616), da dove furono esumati nel 1667. Il processo ordinario sul martirio si aprì nel 1947.
I due ambrosiani
Fra Gerolamo degli Arese nacque a Milano e, fattosi frate minore, venne ordinato diacono. Aveva circa 24 anni. Quel giorno, udendo il tumulto, si rifugiò nella cappella della Beata Vergine Maria dove, davanti alla statua della Madre di Dio, genuflettendosi e pregando, morì colpito alle spalle da una lunga spada. Così narra una antica cronaca: «Davanti all’altare della Madonna, levati gli occhi e le mani al cielo, pregando con grande fervore e raccomandando la sua anima all’eterno Padre, Fra Gerolamo dei Conti Arese di Milano con ammirabile fortezza, con l’indomabile ardore di un cuore giovanile, aspettava l’ora estrema».
Riguardo a fra Gaspare Daverio, il suo atto di Battesimo è conservato nell’Archivio della parrocchia di S. Vittore in Varese e così attesta: «27 aprile 1584. A dì 27 Don Giovanni Bosso suddetto ho battezzato un figlio di Gerolamo Daverio, et di Madonna Bianca sua moglie nato a dì suddetto nominato Gaspare. Il Compare il detto Gaspare Boveara, la Comare la detta Angila Bobia». Gaspare Daverio era nato a Bosto presso Varese il 27 aprile 1584. Divenuto frate, ricevette gli ordini minori il 6 marzo 1610 nella Cappella di S. Maria Maddalena in Monte Sion ovvero Strahov di Praga dall’abate dell’Ordine Premonstratense e vescovo suffraganeo di Praga Giovanni Lohelio; ricevette il suddiaconato nella chiesa della Beata Maria Vergine in Monte Sion il 5 giugno 1610 dallo stesso vescovo. Il 15 febbraio 1611 i feroci carnefici afferrarono il suddiacono Gaspare Daverio che si era riparato in campanile e lo fecero a pezzi gettandone a terra il corpo attraverso una finestra.