«Nell’imminenza dell’Avvento ambrosiano, tratteniamo lo sguardo profetico, lo sguardo ecumenico e l’attenzione alla sensibilità della religione musulmana mostrata da Paolo Vi nell’incontro con il patriarca Atenagora di Costantinopoli e il giovane re Hussein di Giordania». Lo ha detto il cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, chiudendo con il proprio saluto il convegno dal titolo: “4-6 gennaio 1964. Paolo VI pellegrino in Terra Santa: un evento storico per la Chiesa universale” organizzato da l’Arcidiocesi di Milano, la Custodia di Terra Santa, , l’Istituto Paolo VI, la Fondazione Terra Santa e la Fondazione San Fedele lo scorso 15 novembre alle 18, presso l’Auditorium San Fedele di Milano.
A 50 anni dall’annuncio, il primo viaggio di un Pontefice nei luoghi santi dove il Salvatore e san Pietro nacquero e predicarono fu un gesto di enorme impatto pastorale, imposto con forza come un punto fermo dell’agenda dei successivi Papi: Giovanni Paolo II si recò in Terra Santa nel 2000, Benedetto XVI nel 2009 e presto potrebbe essere ripetuto da Papa Francesco (forse già nella primavera 2014).
Lo hanno ricordato con brevi ma puntuali relazioni fra Dobromir Jasztal (Vicario della Custodia di Terra Santa, che ha portato i saluti di fra Pierbattista Pizzaballa, Cutode dal 2004), don Angelo Maffeis (presidente dell’Istituto Paolo VI di Concesio, il cui contributo ha riguardato “Paolo VI, da Milano al Concilio Vaticano II”) e Andrea Tornielli (vaticanista de La Stampa, su “Il viaggio di Paolo VI in Terra Santa: evento ecclesiale, ecumenico e mediatico”).
Significativa (e ricordato in apertura) la consonanza del tema del convegno con il luogo ospitante, ancora pregno dell’amore per il cardinale Carlo Maria Martini per i Luoghi Santi e in presenza di monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale.
Come ha ben ricordato fra Jasztal, la rilettura di quell’evento è oggi possibile sotto diversi aspetti, in particolare il viaggio del successore di Pietro là dove tutto era iniziato, una matura riflessione «in spirito di devota preghiera e rinnovamento spirituale», in semplicità e umiltà, denso di segni destinati a parlare per i decenni successivi.
Maffeis ha poi rievocato la venuta di Giovanni Battista Montini da Roma ad Arcivescovo di Milano nel 1954, un passaggio di cui la Provvidenza ha voluto servirsi per far maturare probabilmente la scelta dei grandi elettori del 1963 nello scegliere il successore di papa Giovanni XXIII, chiamato a proseguire, concludere e attuare il Concilio Vaticano II in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e politici, processi che nel capoluogo lombardo erano più accentuati già negli anni Cinquanta. Pochi mesi dopo la sua elezione, Paolo VI capisce di dover tornare alle fonti e farsi pellegrino in Terra Santa.
Tornielli ha notato come il viaggio (il primo di un Papa fuori da Roma dal 1812) durò meno di tre giorni ma comprese 15 diverse località in 2 Paesi, per «rievocare di persona i principali misteri della nostra salvezza», con il Papa che di fatto «è come spinto avanti dall’ondata umana» (nelle parole del documentario, scritte da padre Francesco Pellegrino), dichiarando in un’occasione “Siamo venuti come colpevoli sul luogo del delitto” e dicendo a un paralitico di Jaffa: “Pregate per me”.
Alle efficacei relazioni è poi seguita la proiezione del bel documentario Ritorno alle sorgenti – Paolo VI in Terra Santa, prodotto nel 1964 dalla Custodia di Terra Santa in 35 e 16 mm, circolato in varie parti d’Italia subito dopo il pellegrinaggio del Pontefice e, dopo che si era quasi persa la memoria, restaurato e riversato in digitale da una pellicola in 16 mm, 55 minuti a colori sbiaditi ma emozionanti, che mostrano una Terra Santa ormai scomparsa, precedente alla guerra dei Sei Giorni del 1967, con immagini memorabili del commovente, doppio incontro a Gerusalemme fra Paolo VI e Atenagora (patriarca ecumenico di Costantinopoli) e il giovane re Hussein di Giordania.
A conclusione dell’evento, le parole del cardinale Angelo Scola, che ha auspicato che il filmato di Paolo VI possa presto circolare nelle nostre parrocchie e ci renda testimoni della nostra fede: all’Arcivescovo è stato donato un presepe d’ulivo realizzato a Betlemme in ricordo della serata.
Il prossimo 10 gennaio 2014 il pellegrinaggio di Paolo VI sarà inoltre ricordato presso l’Istituto Paolo VI di Concesio (BS), in presenza di monsignor Luciano Monari (Vescovo di Brescia) e fra Pierbattista Pizzaballa (Custode di Terra Santa).
Milano
«Affrontiamo con il coraggio di Paolo VI
il campo che è il mondo»
A 50 anni dal pellegrinaggio di papa Montini, l’Arcivescovo al convegno nell’Auditorium San Fedele per la proiezione del ritrovato documentario prodotto all’epoca dalla Custodia francescana
di Loris CANTARELLI
16 Novembre 2013