Sirio 26-29 marzo 2024
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Dal 5 al 26 luglio

Adolescenti in relazione,
con l’Ac a Santa Caterina

Centoventi partecipanti alle settimane formative in Valfurva sul tema “Non c’è due senza Te - Questione di sguardi”

di Marta VALAGUSSA

3 Luglio 2014

L’Azione cattolica ambrosiana propone agli adolescenti di tutta la Diocesi una settimana formativa a Santa Caterina Valfurva (So). Nello specifico il primo turno, dal 5 al 12 luglio, è stato pensato appositamente per i 14enni, cioè tutti i ragazzi dell’Acr che a settembre entreranno ufficialmente nel gruppo degli adolescenti. Mentre il secondo (dal 12 al 19 luglio) e il terzo turno (dal 19 al 26 luglio) è riservato agli adolescenti, dalla prima alla terza superiore.

Sono circa 120 i ragazzi iscritti alle tre settimane formative, la maggior parte dei quali incoraggiati e invitati da amici che da anni mantengono l’appuntamento fisso con Santa Caterina.

«Quest’anno il tema trattato riguarderà le relazioni e il titolo della settimana sarà “Non c’è due senza Te – Questione di sguardi”, molto esplicativo e con duplice significato: da una parte non c’è relazione se tu non ci sei, se non ti metti in gioco totalmente e in prima persona. D’altro canto però non c’è vera relazione tra due persone, se manca Cristo» spiega Elisabetta Consonni, responsabile diocesano Ac per gli adolescenti.

Da qui nasce la domanda che guiderà gli adolescenti in questo percorso: come può Gesù diventare elemento fondante delle mie relazioni? «Nelle diverse giornate i ragazzi avranno modo di sviscerare questo tema complesso con attività interattive, testimonianze e attraverso lo sguardo stesso di Gesù, studiando e analizzando le sue relazioni, i suoi incontri, cercando di capire il suo modo di guardare all’altro e di relazionarsi con l’uomo, qualunque sia la sua storia e il suo carattere».

Un altro elemento interessante che caratterizzerà le tre settimane degli adolescenti sarà il gesto quotidiano, fatto prima dei Vespri. Spiega ancora Elisabetta: «Ci sarà una cornice vuota con i nomi di tutti i ragazzi ed educatori e un forellino per ogni nome: ogni sera ognuno di noi sarà chiamato a tirare un filo che parte dal suo nome e lo unisce al nome delle persone con cui in quella giornata in qualche modo si è relazionato». In questo modo si renderà visibile concretamente la bellezza delle nuove relazioni instaurate, ma anche la fatica nel costruirne di nuove: emergerà la cura che serve per coltivarle e l’impegno che richiede prendersi cura degli altri, conoscerli e amarli per quello che sono.