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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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2 febbraio

Acr, «Soffia forte la pace»

Questo lo slogan delle Feste della pace che si svolgeranno a Milano, Varese, Oggiono, Marnate e Arcore. In collaborazione col Csi i ragazzi dell’Azione Cattolica aiuteranno i loro coetanei di Haiti

di Ilaria FUMAGALLI e Chiara ZAMBON

23 Gennaio 2014

«Soffia forte la pace» è lo slogan scelto dall’Acr di tutta Italia per il mese di gennaio, dedicato proprio al tema della pace.

La pace ha le caratteristiche del vento: è invisibile, in costante movimento, impetuosa o silenziosa, capace di arrivare dovunque e di stravolgere le carte in tavola. I ragazzi dell’Acr credono che il soffio della pace venga da Dio, e vogliono impegnarsi a diffondere questo anelito ovunque, iniziando dalla propria famiglia, dalla propria scuola, dalla propria città. A partire dal Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, i gruppi dell’Acr sono stati protagonisti di alcuni esercizi di cittadinanza, riflettendo sulle regole sociali valide per una buona fraternità, confrontandosi anche con i Comandamenti, ovvero le regole d’amore date da Dio. Le esperienze, le riflessioni e i gesti di accoglienza non possono rimanere però circoscritti nei gruppi: il culmine di questo percorso sono infatti le Feste della pace zonali, sparse per tutto il territorio della diocesi.

Nel pomeriggio di domenica 2 febbraio i ragazzi si ritroveranno a Milano (Giardino dei giusti), Varese (San Vittore), Oggiono (palazzetto), Marnate (oratorio, piazza Giovanni XXIII – alla mattina) e Arcore (oratorio, via San Gregorio) per condividere con giochi e testimonianze il bello di costruire relazioni nuove. Tutti, piccoli e grandi, familiari e amici, compagni di scuola o di oratorio, devono sentirsi invitati e coinvolti: sul sito www.azionecattolicamilano.it si possono trovare tutte le informazioni precise.

Ogni anno l’Acr sceglie di sostenere altri ragazzi in difficoltà nelle diverse parti del mondo. Quest’anno è stata scelta Haiti: in collaborazione con il Csi si ricostruiranno campi da gioco per ridonare il diritto al gioco a tanti bambini meno fortunati dei nostri.