«Abbiamo bisogno di futuro, cioè di qualcosa che ci permetta di guardare avanti con fiducia. E, poi – ed è la seconda priorità -, abbiamo bisogno di prossimità, cioè di trovare chi ci aiuti da vicino».
Le due parole-chiave che guidano il breve intervento dell’Arcivescovo, all’aperto davanti alla nuova struttura dell’Istituto Auxologico Italiano a Meda – che si inaugura poco dopo – sono semplici, ma chiarissime e ripetute più volte.
Una promessa di futuro, anzitutto, che si concretizza nell’ariosa e modernissima realtà sita nel pieno centro della città, «rivelando che c’è gente che investe e prepara cose perché domani ci siano strumenti adeguati per curare le persone, per fare delle diagnosi, per aumentare le cure, essendo vicino alla gente e a disposizione dei medici di base e del territorio».
Fattore fondamentale – questo – nel momento, definito dal vescovo Mario «pieno di trepidazione perché nessuno sa bene cosa capiterà», a cui si aggiunge la prossimità «talvolta persino impedita dalle misure cautelative».
«Vogliamo essere vicini, ma vogliamo anche andare a trovare i nostri anziani nei ricoveri o nelle RSA. Ricordiamo che non siamo nemmeno riusciti ad accompagnare i nostri morti. Quindi, lo sguardo al futuro e la prossimità sono due priorità, ma fragili».
E proprio per questa incertezza delle sicurezze e delle attese umane, il vescovo Mario benedice, «perché il futuro non è solo nelle nostre mani e la prossimità non dipende solo dalla nostra buona volontà. Vogliamo invocare la benedizione di Dio per questo. Esprimo il mio apprezzamento, mi congratulo con l’“Auxologico” e auguro ogni bene per il futuro».
Il riferimento è anche alla dedicazione, contestuale, della piazza antistante al nosocomio che, d’ora in poi, porterà il nome di don Ernesto Catturini, “ribelle per amore”: negli anni neri del nazifascismo, resistente cristiano. Allora come ora, pur nella diversità delle situazioni, un simbolo di speranza e rinascita, emblema della presenza della Chiesa nella nostra terra ambrosiana, basti ricordare che a fondare l’”Auxologico” fu don Giuseppe Bicchierai, collaboratore strettissimo del cardinale Schuster.
Insomma, un giorno importante che vede riunite tutte le componenti civili e religiose medesi. Dal sindaco, Luca Santambrogio – presidente anche della Provincia di Monza e Brianza – con l’intera giunta, al parroco, don Claudio Carboni; dalle autorità militari all’ambasciatore della Romania, George Bologan – delle 51 nazionalità presenti tra il personale dell’Istituto, la più rappresentata è quella romena -; senza dimenticare, ovviamente, i vertici dell’Istituto che apre il suo nuovo polo con il direttore generale Mario Colombo – lui stesso di Meda – e il presidente, Michele Colasanto.
Non manca l’assessore Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia.
Tutti, prendendo la parola, indicano la felice sinergia tra pubblico e privato nel settore della sanità, come testimonia la realizzazione del nuovo polo dell’ “Auxologico”, realtà del privato sociale, ente no-profit «che trova nella collaborazione con l’ente pubblico, una sinergia ideale», come sottolinea il direttore Colombo, evidenziando che l’area su cui insiste oggi il nuovo ospedale fosse abbandonata da 50 anni.
Così anche Gallera, per il quale la specificità di Regione Lombardia è il coniugare «strutture private, accreditate e pubbliche, attribuendo qualità ai servizi sociali per migliorare la capacità essere vicino a chi è fragile e ha bisogno».
Sono qui «per dire il mio grazie, perché nel momento in cui siamo stati travolti dallo tsunami del Covid, non c’era differenza tra pubblico e privato accreditato. Tutti hanno aperto le loro sale operatorie, le strutture, i posti di terapia intensiva (10 quelli dell’Istituto mese a disposizione) con un lavoro encomiabile».
Poi la benedizione dell’Arcivescovo, l’intitolazione della piazza a don Catturini e lo scoprimento della targa dedicata al sacerdote, scomparso nel 1992, che fu assistente dell’Oratorio maschile di Meda nel 1943, forgiando la coscienza delle giovani generazioni, salvando vite e condividendo l’esperienza della Resistenza nella Brigata partigiana “Briantea”, di cui divenne Cappellano,.
Infine, il taglio del nastro e la visita dell’Arcivescovo, accompagnato dal direttore generale, nella nuova realtà di oltre 6.000 mq, che va ad aggiungersi alle altre 14 sedi di “Auxologico” in Lombardia e Piemonte, accrescendo le prestazioni sanitarie offerte (nel 2019, oltre 1,8 milioni di prestazioni) e il personale impiegato (2.500 persone)
Sabato prossimo, 19 settembre, sarà la volta dell’inaugurazione del parco con pista ciclabile e parcheggi che circonda la struttura.