Sirio 26-29 marzo 2024
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L’omaggio

A Milano l’ulivo di Nazareth,
simbolo di pace

Al Mico la consegna al cardinale Scola da parte del Governo israeliano

di Annamaria BRACCINI

1 Giugno 2012
Un ulivo proveniente direttamente da Nazareth è stato consegnato all’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, da Tzvi Lotan, consigliere per gli Affari turistici dell’Ambasciata di Israele, nell’area dove si svolge il Congresso dei Ragazzi

Un piccolo ulivo, di poche settimane, ma che ha già un significato importante, simbolo di pace che viene dalla terra del Signore, Nazareth. Da oggi il VII Incontro mondiale delle Famiglie, negli spazi di Fieramilanocity, ha anche il suo emblema: una giovane pianta di ulivo, giunta direttamente da Nazareth e donata dal Governo isreliano al cardinale Scola.

E l’Arcivescovo, ricevendola dalle mani del consigliere per gli Affari turistici dell’Ambasciata israeliana Tzvi Lotan, attorniato da tanti piccoli di diverse parti del mondo, ha voluto sottolineare quanto «questo gesto ci indichi la strada di un compito che attende tutti noi, nel raggiungimento della pace e della fraternità in terre come il Medio Oriente, martoriate e dove anche i cristiani subiscono persecuzioni».

Notando che le due religioni, cristiana e ebraica, sono indissolubilmente legate dalla Parola di Dio e dalla rilevanza della preghiera al loro interno, il cardinale Scola – affiancato nella consegna dal cardinale Antonelli – ha richiamato anche come questo ulivo (che verrà piantumato al termine di Family in Arcivescovado), crescendo, possa e debba essere segno della responsabilità verso la famiglia, come luogo di in cui vivere un rapporto equilibrato tra il lavoro e la festa.

Parole cui ha fatto eco Lotan: «Lei, Eminenza, è ora il custode di questo albero, custode per tutta la famiglia cristiana. «Conosco – ha aggiunto a margine – il grande impegno del Cardinale per la promozione del dialogo e della pace in Medio Oriente e nel nostro Paese. È un onore aver potuto consegnare nelle sue mani l’Ulivo emblema di futuro, riconciliazione e dialogo, ma anche di famiglia».