Chi migra si percepisce come parte di un sistema fortemente interconnesso, in cui lo sfruttamento e la povertà di alcuni non sono realtà sganciate dal ciclo produttivo e dal benessere di altri. C’è chi lascia il proprio Paese perché ha subito l’accaparramento delle terre da parte di grandi multinazionali o perché il suo campo è ormai inutilizzabile a causa della desertificazione.
Si parlerà anche di questo al convegno “Cibo, terra, lavoro. I migranti economici nell’area del Mediterraneo”, in programma giovedì 2 luglio presso il Conference centre di Expo Milano 2015. Sarà l’occasione, spiegano gli organizzatori, per riflettere sui temi delle migrazioni economiche nell’area del Mediterraneo, nella dinamica del “doppio sfruttamento”: lavoratori privati per ragioni ambientali della possibilità di sfruttare la propria terra che migrano per ritrovarsi sfruttati nella terra altrui.
Durante l’evento sarà presentato il Rapporto nazionale “Presidio”, promosso da Caritas Italiana con la collaborazione di dieci Caritas diocesane direttamente impegnate nel contrasto allo sfruttamento lavorativo. L’obiettivo del progetto è quello di strutturare su tutto il territorio un presidio permanente in favore dei lavoratori stagionali, volto ad assicurare loro un luogo di ascolto, di incontro, di presa in carico e di orientamento rispetto a problemi giuridici, medici e lavorativi.