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Formazione

Vaticano II e Sinodo 47° temi ancora da approfondire

Nella prefettura di Milano nord la settimana di formazione si è svolta nella parrocchia di Gesù Maria e Giuseppe

di Stefania CECCHETTI Redazione

24 Giugno 2010

«È stato molto interessante, a distanza di 40 anni dal Concilio Vaticano II, andare a vedere cosa effettivamente la Chiesa ha realizzato in questo tempo e quante delle cose che erano state scritte attendono ancora di trovare attuazione». Così Eugenio Rampani, della parrocchia di Santa Marcellina, nel decanato Cagnola, ricorda la sua partecipazione alla Settimana di formazione per laici, che per la sua prefettura di riferimento, Milano nord, si è svolta nella parrocchia di Gesù Maria e Giuseppe tra il febbraio e il marzo scorso.
L’iniziativa prevedeva un ciclo di cinque incontri, destinati principalmente agli operatori pastorali, tenuti da alcuni relatori segnalati dalla diocesi. «Per la verità – ammette Eugenio – noi abbiamo accorpato la proposta riducendola a tre incontri. Le iniziative, parrocchiali, decanali e diocesane sono già tante in un anno, che rischiano di essere dispersive».
Eugenio è responsabile della commissione di pastorale familiare della parrocchia, oltre che delegato decanale presso la Commissione famiglia della zona uno. Un «laico impegnato», come si dice. Ai tanti che, come lui, si danno da fare in diversi ambiti pastorali la diocesi riserva numerose iniziative di formazione: «Io credo che, se un laico ha voglia di approfondire la sua preparazione, le occasioni non manchino di certo. Anche se la Settimana dello scorso febbraio è stata effettivamente una novità molto apprezzata, soprattutto nei contenuti. Chi, come me, “bazzica” la parrocchia da tanti anni, rischia di soffrire un po’ la necessaria “ripetitività” di alcuni temi».
Oltre ai testi del Concilio, il percorso prevedeva l’analisi di materiali dal sinodo 47° e alcuni interventi significativi proposti in questi anni dall’arcivescovo Tettamanzi. Che si sia trattato di argomenti coinvolgenti lo dimostra anche la partecipazione: niente folle oceaniche, come ormai purtroppo siamo abituati a constatare, ma uno «zoccolo duro» di una trentina di persone che è rimasta fedele per tutta la durata del ciclo. «Perfino all’ultimo incontro, che si è tenuto di sabato mattina», conclude Eugenio. «È stato molto interessante, a distanza di 40 anni dal Concilio Vaticano II, andare a vedere cosa effettivamente la Chiesa ha realizzato in questo tempo e quante delle cose che erano state scritte attendono ancora di trovare attuazione». Così Eugenio Rampani, della parrocchia di Santa Marcellina, nel decanato Cagnola, ricorda la sua partecipazione alla Settimana di formazione per laici, che per la sua prefettura di riferimento, Milano nord, si è svolta nella parrocchia di Gesù Maria e Giuseppe tra il febbraio e il marzo scorso.L’iniziativa prevedeva un ciclo di cinque incontri, destinati principalmente agli operatori pastorali, tenuti da alcuni relatori segnalati dalla diocesi. «Per la verità – ammette Eugenio – noi abbiamo accorpato la proposta riducendola a tre incontri. Le iniziative, parrocchiali, decanali e diocesane sono già tante in un anno, che rischiano di essere dispersive».Eugenio è responsabile della commissione di pastorale familiare della parrocchia, oltre che delegato decanale presso la Commissione famiglia della zona uno. Un «laico impegnato», come si dice. Ai tanti che, come lui, si danno da fare in diversi ambiti pastorali la diocesi riserva numerose iniziative di formazione: «Io credo che, se un laico ha voglia di approfondire la sua preparazione, le occasioni non manchino di certo. Anche se la Settimana dello scorso febbraio è stata effettivamente una novità molto apprezzata, soprattutto nei contenuti. Chi, come me, “bazzica” la parrocchia da tanti anni, rischia di soffrire un po’ la necessaria “ripetitività” di alcuni temi».Oltre ai testi del Concilio, il percorso prevedeva l’analisi di materiali dal sinodo 47° e alcuni interventi significativi proposti in questi anni dall’arcivescovo Tettamanzi. Che si sia trattato di argomenti coinvolgenti lo dimostra anche la partecipazione: niente folle oceaniche, come ormai purtroppo siamo abituati a constatare, ma uno «zoccolo duro» di una trentina di persone che è rimasta fedele per tutta la durata del ciclo. «Perfino all’ultimo incontro, che si è tenuto di sabato mattina», conclude Eugenio.