Sirio 26-29 marzo 2024
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Liturgia

Lezionario: prossima tappa il volume “per i santi”

Monsignor Claudio Magnoli, segretario della Congregazione del rito ambrosiano, fa il punto della situazione sulla riforma liturgica in vigore dall'Avvento del 2008

di Stefania CECCHETTI Redazione

23 Febbraio 2010

«Dopo il Lezionario ambrosiano per i tempi liturgici, entrato in vigore con l’Avvento 2008, il prossimo passo è quello del Lezionario ambrosiano per i Santi». Con queste parole monsignor Claudio Magnoli, segretario della Congregazione del rito ambrosiano, racconta del “cantiere aperto” della riforma liturgica ambrosiana.
Già approvato dalla Congregazione del Rito ambrosiano, il nuovo volume del Lezionario, che comprende i formulari delle letture per i Santi del Comune ambrosiano e del Proprio delle diverse Diocesi implicate (Milano, Bergamo, Novara, Lugano), è attualmente all’esame della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a Roma, la quale con la sua recognitio, cioè con la sua approvazione e conferma, renderà possibile la solenne promulgazione da parte del cardinale Dionigi Tettamanzi, nella sua qualifica di Capo Rito.
Un iter tradizionale e pienamente ecclesiale, che già i precedenti volumi del Lezionario avevano percorso, ma che non è bastato a metterli al riparo da critiche, alcune anche “blasonate”. «Viene messo in discussione – ha sottolineato Magnoli – quello che in discussione non dovrebbe essere messo, cioè i diversi passaggi attraverso i quali un libro liturgico diventa tale: il lavoro della Congregazione del rito ambrosiano; la conferma-approvazione romana; la promulgazione da parte del Capo Rito. Per il Lezionario ambrosiano dei tempi liturgici tutto questo è avvenuto alla luce del sole, con tutta la cura e la pazienza che i diversi passaggi richiedevano».
«Ogni riforma – ammette Magnoli -, nel suo primo attuarsi, incontra delle obiezioni, a volte anche ad alto livello. Ma c’è un metodo ecclesiale per farle: rivolgersi all’autorità che ha assunto la responsabilità della promulgazione e cioè il Capo Rito. Se si sceglie la strada di un blog su Internet, si va invece nella direzione di un atteggiamento poco serio dal punto di vista ecclesiale, che crea sconcerto negli addetti ai lavori, senza peraltro sortire nulla di costruttivo».
Magnoli non entra nel merito delle osservazioni; si limita a constatare che «si tratta di critiche che hanno molto di superficiale, ma che non colgono la realtà vera del Lezionario. Per di più, alcune sono manifestamente infondate. Soprattutto, il tono e lo stile con cui sono scritte è di tipo irrisorio e beffardo. Non è certo il tono di chi vuol dire la sua in maniera matura e approfondita».
E sulle osservazioni che in questi mesi sono arrivate dal «basso», relative a una certa difficoltà nell’approcciare il nuovo Lezionario e a una sua presunta distanza dalla vita quotidiana delle parrocchie, monsignor Magnoli dice: «In Diocesi sta maturando progressivamente la capacità di valorizzare e utilizzare questo nuovo libro liturgico. Nelle comunità che hanno accettato la fatica di ascoltare davvero il progetto, di metterlo in pratica secondo le indicazioni date, l’accoglienza è stata maggiore. Laddove, invece, frettolosamente si è liquidato il Lezionario, criticando qualche lunghezza nelle letture o la difficoltà a interpretare alcuni testi, le comunità sono rimaste come “bloccate”».
Un caso emblematico? «La celebrazione vigiliare – risponde Magnoli – che vede un crescendo di comunità convinte del suo valore liturgico pastorale. Questo è di buono auspicio. Sono convinto che il cammino degli anni a venire renderà sempre più persuasi della bontà della proposta. E poi, nella Chiesa l’obbedienza alle indicazioni della liturgia è sempre stata la miglior garanzia della sua capacità di trasformare la vita delle comunità». «Dopo il Lezionario ambrosiano per i tempi liturgici, entrato in vigore con l’Avvento 2008, il prossimo passo è quello del Lezionario ambrosiano per i Santi». Con queste parole monsignor Claudio Magnoli, segretario della Congregazione del rito ambrosiano, racconta del “cantiere aperto” della riforma liturgica ambrosiana.Già approvato dalla Congregazione del Rito ambrosiano, il nuovo volume del Lezionario, che comprende i formulari delle letture per i Santi del Comune ambrosiano e del Proprio delle diverse Diocesi implicate (Milano, Bergamo, Novara, Lugano), è attualmente all’esame della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti a Roma, la quale con la sua recognitio, cioè con la sua approvazione e conferma, renderà possibile la solenne promulgazione da parte del cardinale Dionigi Tettamanzi, nella sua qualifica di Capo Rito.Un iter tradizionale e pienamente ecclesiale, che già i precedenti volumi del Lezionario avevano percorso, ma che non è bastato a metterli al riparo da critiche, alcune anche “blasonate”. «Viene messo in discussione – ha sottolineato Magnoli – quello che in discussione non dovrebbe essere messo, cioè i diversi passaggi attraverso i quali un libro liturgico diventa tale: il lavoro della Congregazione del rito ambrosiano; la conferma-approvazione romana; la promulgazione da parte del Capo Rito. Per il Lezionario ambrosiano dei tempi liturgici tutto questo è avvenuto alla luce del sole, con tutta la cura e la pazienza che i diversi passaggi richiedevano».«Ogni riforma – ammette Magnoli -, nel suo primo attuarsi, incontra delle obiezioni, a volte anche ad alto livello. Ma c’è un metodo ecclesiale per farle: rivolgersi all’autorità che ha assunto la responsabilità della promulgazione e cioè il Capo Rito. Se si sceglie la strada di un blog su Internet, si va invece nella direzione di un atteggiamento poco serio dal punto di vista ecclesiale, che crea sconcerto negli addetti ai lavori, senza peraltro sortire nulla di costruttivo».Magnoli non entra nel merito delle osservazioni; si limita a constatare che «si tratta di critiche che hanno molto di superficiale, ma che non colgono la realtà vera del Lezionario. Per di più, alcune sono manifestamente infondate. Soprattutto, il tono e lo stile con cui sono scritte è di tipo irrisorio e beffardo. Non è certo il tono di chi vuol dire la sua in maniera matura e approfondita».E sulle osservazioni che in questi mesi sono arrivate dal «basso», relative a una certa difficoltà nell’approcciare il nuovo Lezionario e a una sua presunta distanza dalla vita quotidiana delle parrocchie, monsignor Magnoli dice: «In Diocesi sta maturando progressivamente la capacità di valorizzare e utilizzare questo nuovo libro liturgico. Nelle comunità che hanno accettato la fatica di ascoltare davvero il progetto, di metterlo in pratica secondo le indicazioni date, l’accoglienza è stata maggiore. Laddove, invece, frettolosamente si è liquidato il Lezionario, criticando qualche lunghezza nelle letture o la difficoltà a interpretare alcuni testi, le comunità sono rimaste come “bloccate”».Un caso emblematico? «La celebrazione vigiliare – risponde Magnoli – che vede un crescendo di comunità convinte del suo valore liturgico pastorale. Questo è di buono auspicio. Sono convinto che il cammino degli anni a venire renderà sempre più persuasi della bontà della proposta. E poi, nella Chiesa l’obbedienza alle indicazioni della liturgia è sempre stata la miglior garanzia della sua capacità di trasformare la vita delle comunità».