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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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17 gennaio

Giornata dell’Ebraismo: riflettere sul Sabato

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano: «Il rapporto con la Chiesa ambrosiana è molto positivo. Il dialogo deve essere rispettoso delle identità di ciascuno in un clima di armonia»

di Annamaria BRACCINI Redazione

11 Gennaio 2010

«L’orizzonte è quello di un lungo cammino talvolta difficile, che ha visto in passato anche momenti di pausa, ma che indubbiamente segna una linea di percorso importante». Dice così Alfonso Arbib, dal 2005 rabbino capo di Milano, delineando il senso complessivo della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano, che ricorre il 17 gennaio.
Per l’occasione il Consiglio delle Chiese cristiane, in collaborazione con la Comunità ebraica di Milano, sabato 16 gennaio alle 19 propone “Cristiani in Sinagoga” al Tempio Maggiore di Milano (via della Guastalla 19), con la riflessione di Arbib sul senso ebraico del Sabato (per il pass rivolgersi allo 02.8556303-355 – ecumenismo@diocesi.milano.it).
«Un dialogo – aggiunge Arbib – che deve essere rispettoso delle identità di ciascuno in un clima di armonia». Quella simboleggiata e vissuta concretamente nel Sabato, e sottolineata anche nell’ordinamento del nuovo Lezionario ambrosiano attraverso le letture della Messa del mattino, che si collegano al tema dell’Alleanza, e nella celebrazione vigiliare, con il rito che evidenzia il passaggio dal sabato alla domenica, giorno di resurrezione. E quest’anno il titolo proposto per la celebrazione, proseguendo nella riflessione sul Decalogo, è proprio “Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo”, la quarta delle Dieci parole nel Libro dell’Esodo.
«Credo che il Sabato – spiega rav Arbib – sia un elemento fondamentale, tipico della tradizione ebraica che nella Bibbia è legato alla creazione del mondo, come tema assolutamente universale. Il Sabato è il giorno del Signore, dell’ascolto della Parola, nel quale, si ritorna a Dio e l’uomo cessa la sua attività umana per avvicinarsi alla creazione divina: il giorno in cui ci si astiene da tutto ciò che è rincorsa all’avere».
Una scelta felice, dunque, come sempre in questi anni, da quando nel 1989 la Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei decise di istituire la Giornata, svoltasi per la prima volta nel 1990. La collocazione del 17 gennaio è precisa e indicativa, perché posta nell’immediata vigilia della tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nel contesto di rapporti interreligiosi, Milano è davvero «un’isola di serenità», come l’ha definita Giuseppe Laras, suo predecessore come rabbino capo? «Siamo in una situazione certamente buona e voglio dire che il rapporto tra la comunità ebraica di Milano e la Chiesa ambrosiana è molto positivo. L’impressione che aveva rav Laras la posso confermare in pieno».
Il prossimo 17 gennaio Benedetto XVI compirà un gesto atteso e da lui fortemente voluto, la visita alla Sinagoga maggiore di Roma… «Sì, il cammino è ripreso con grande speranza. Alcune difficoltà permangono, ma nella dinamica della reciproca valorizzazione identitaria, ci auguriamo e siamo sicuri che si possa proseguire con uno slancio rinnovato».
Con quella speranza, insomma, di «una pienezza futura, ben rappresentata dal Sabato», secondo quanto si può leggere nel Sussidio per la Giornata, firmato da monsignor Vincenzo Paglia e dal rabbino Giuseppe Laras. «L’orizzonte è quello di un lungo cammino talvolta difficile, che ha visto in passato anche momenti di pausa, ma che indubbiamente segna una linea di percorso importante». Dice così Alfonso Arbib, dal 2005 rabbino capo di Milano, delineando il senso complessivo della Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano, che ricorre il 17 gennaio.Per l’occasione il Consiglio delle Chiese cristiane, in collaborazione con la Comunità ebraica di Milano, sabato 16 gennaio alle 19 propone “Cristiani in Sinagoga” al Tempio Maggiore di Milano (via della Guastalla 19), con la riflessione di Arbib sul senso ebraico del Sabato (per il pass rivolgersi allo 02.8556303-355 – ecumenismo@diocesi.milano.it).«Un dialogo – aggiunge Arbib – che deve essere rispettoso delle identità di ciascuno in un clima di armonia». Quella simboleggiata e vissuta concretamente nel Sabato, e sottolineata anche nell’ordinamento del nuovo Lezionario ambrosiano attraverso le letture della Messa del mattino, che si collegano al tema dell’Alleanza, e nella celebrazione vigiliare, con il rito che evidenzia il passaggio dal sabato alla domenica, giorno di resurrezione. E quest’anno il titolo proposto per la celebrazione, proseguendo nella riflessione sul Decalogo, è proprio “Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo”, la quarta delle Dieci parole nel Libro dell’Esodo.«Credo che il Sabato – spiega rav Arbib – sia un elemento fondamentale, tipico della tradizione ebraica che nella Bibbia è legato alla creazione del mondo, come tema assolutamente universale. Il Sabato è il giorno del Signore, dell’ascolto della Parola, nel quale, si ritorna a Dio e l’uomo cessa la sua attività umana per avvicinarsi alla creazione divina: il giorno in cui ci si astiene da tutto ciò che è rincorsa all’avere».Una scelta felice, dunque, come sempre in questi anni, da quando nel 1989 la Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei decise di istituire la Giornata, svoltasi per la prima volta nel 1990. La collocazione del 17 gennaio è precisa e indicativa, perché posta nell’immediata vigilia della tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nel contesto di rapporti interreligiosi, Milano è davvero «un’isola di serenità», come l’ha definita Giuseppe Laras, suo predecessore come rabbino capo? «Siamo in una situazione certamente buona e voglio dire che il rapporto tra la comunità ebraica di Milano e la Chiesa ambrosiana è molto positivo. L’impressione che aveva rav Laras la posso confermare in pieno».Il prossimo 17 gennaio Benedetto XVI compirà un gesto atteso e da lui fortemente voluto, la visita alla Sinagoga maggiore di Roma… «Sì, il cammino è ripreso con grande speranza. Alcune difficoltà permangono, ma nella dinamica della reciproca valorizzazione identitaria, ci auguriamo e siamo sicuri che si possa proseguire con uno slancio rinnovato».Con quella speranza, insomma, di «una pienezza futura, ben rappresentata dal Sabato», secondo quanto si può leggere nel Sussidio per la Giornata, firmato da monsignor Vincenzo Paglia e dal rabbino Giuseppe Laras.