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Decanato

Treviglio, l’impegno dei laici

Ieri il cardinale Tettamanzi ha concluso la visita pastorale. Una Chiesa locale che vede non solo i sacerdoti in prima linea nei diversi ambiti: la riflessione del decano, monsignor Giovanni Buga

Amanzio POSSENTI Redazione

16 Marzo 2009

Ieri a Treviglio il cardinale Tettamanzi ha celebrato la messa a chiusura della visita pastorale decanale. Il decanato di Treviglio è caratterizzato da alcune tipologie: in primo luogo è costituito da nove parrocchie tutte in provincia di Bergamo; poi, nonostante sia nella diocesi di Milano, vi si celebra il rito romano per antica concessione rilasciata dai vescovi ambrosiani. E ancora, ha nel suo cuore la Comunità pastorale “Madonna delle Lacrime”, nella quale confluiscono le cinque parrocchie della città (circa 28.300 abitanti, mentre complessivamente i residenti nel decanato sono poco più di 47 mila). Infine propone la presenza, accanto ai sacerdoti diocesani (15), di una forte entità religiosa (ben tre ordini maschili e quattro congregazioni femminili) e di tre scuole cattoliche, insieme a un attivissimo Centro per la famiglia.
Collocato su una superficie di circa 50 chilometri quadrati, il decanato raggruppa le seguenti parrocchie: San Martino (chiesa-madre), San Zeno, San Pietro, Santo Nome di Maria e S. Maria Annunciata a Treviglio, nonché Castel Rozzone, Pontirolo Nuovo, Canonica d’Adda e Fara Gera d’Adda. La continuità e contiguità territoriale è assicurata dal fatto che tutte le parrocchie operano al di qua dell’Adda, che divide le province e le diocesi di Milano e Bergamo.
Il decano è monsignor Giovanni Buga (classe 1949), che con zelo, ardore e grande disponibilità segue i molti impegni pastorali, promuovendo, organizzando, intervenendo e coltivando la diffusione di un forte spirito cristiano nelle famiglie, essendo anche un cordiale trascinatore di anime. È pienamente attento alle urgenze e alle necessità e s’impegna responsabilmente affinché la vita del decanato sia sempre più “coesa” e dialogante, nella convinzione che operando tutte insieme le parrocchie – e i cristiani che le frequentano – sia anche possibile approdare a risultati pastorali idonei a rilanciare la speranza e la missionarietà della Chiesa locale.

Monsignor Buga, quali sono le linee generali pastorali?
Tenendo conto delle dimensioni del decanato e della frequenza degli incontri dei ministri ordinati responsabili delle parrocchie, le linee pastorali fanno riferimento alle scelte della diocesi e alle urgenze che di volta in volta emergono. La scelta della pastorale d’insieme è comunque sempre presente. Esistono diverse commissioni decanali che mantengono attenta la lettura del territorio con le conseguenti proposte.

E sull’insieme delle parrocchie?
Ne esce un quadro complessivo che è positivo, per le attenzioni al Percorso pastorale della diocesi e ai vari ambiti della pastorale. Le celebrazioni eucaristiche sono particolarmente curate e ben preparate. La pastorale familiare è presente in ogni parrocchia nelle sue varie attenzioni. La formazione dei giovani e degli adulti è viva in ogni realtà parrocchiale.

Ci può fornire una sintesi sulle attività del decanato?
L’attività del Consiglio pastorale decanale è debole, sono presenti le commissioni decanali: Caritas, Famiglia, Missioni, Scuola, Cultura, all’Impegno socio-politico. Le commissioni hanno un referente laico. Per quanto attiene la pastorale familiare, sono presenti la Commissione decanale apposita e una coppia di incaricati decanali, mentre per il resto ogni iniziativa è a livello di parrocchia o di Comunità pastorale. Il Centro per la famiglia mantiene il riferimento alla realtà ecclesiale.

Parliamo delle prospettive…
Un aspetto che ritengo significativo, pur con le normali fatiche, è la fraternità sacerdotale tra i ministri ordinati e la collaborazione, mentre rimane problematico il rapporto fra Comunità pastorale e decanato. La costruzione della Comunità pastorale nella città di Treviglio può diventare uno stimolo a camminare con più decisione verso una pastorale d’insieme, che resta il nostro obiettivo comune, nella logica missionaria. Già fin d’ora le quattro parrocchie esterne a quelle di Treviglio stanno cercando di costruire una pastorale d’insieme, soprattutto per quella giovanile e per le collaborazioni per celebrazioni o confessioni.

E come proposta, cosa si sente di indicare?
Mettersi in ascolto per costruire due “unità” di pastorale giovanile, una per la Comunità già costituita e un’altra per le restanti parrocchie; inoltre delineare meglio alcuni “ambiti di pastorale decanale” su cui puntare l’attenzione, per esempio della scuola e della sanità. Ieri a Treviglio il cardinale Tettamanzi ha celebrato la messa a chiusura della visita pastorale decanale. Il decanato di Treviglio è caratterizzato da alcune tipologie: in primo luogo è costituito da nove parrocchie tutte in provincia di Bergamo; poi, nonostante sia nella diocesi di Milano, vi si celebra il rito romano per antica concessione rilasciata dai vescovi ambrosiani. E ancora, ha nel suo cuore la Comunità pastorale “Madonna delle Lacrime”, nella quale confluiscono le cinque parrocchie della città (circa 28.300 abitanti, mentre complessivamente i residenti nel decanato sono poco più di 47 mila). Infine propone la presenza, accanto ai sacerdoti diocesani (15), di una forte entità religiosa (ben tre ordini maschili e quattro congregazioni femminili) e di tre scuole cattoliche, insieme a un attivissimo Centro per la famiglia.Collocato su una superficie di circa 50 chilometri quadrati, il decanato raggruppa le seguenti parrocchie: San Martino (chiesa-madre), San Zeno, San Pietro, Santo Nome di Maria e S. Maria Annunciata a Treviglio, nonché Castel Rozzone, Pontirolo Nuovo, Canonica d’Adda e Fara Gera d’Adda. La continuità e contiguità territoriale è assicurata dal fatto che tutte le parrocchie operano al di qua dell’Adda, che divide le province e le diocesi di Milano e Bergamo.Il decano è monsignor Giovanni Buga (classe 1949), che con zelo, ardore e grande disponibilità segue i molti impegni pastorali, promuovendo, organizzando, intervenendo e coltivando la diffusione di un forte spirito cristiano nelle famiglie, essendo anche un cordiale trascinatore di anime. È pienamente attento alle urgenze e alle necessità e s’impegna responsabilmente affinché la vita del decanato sia sempre più “coesa” e dialogante, nella convinzione che operando tutte insieme le parrocchie – e i cristiani che le frequentano – sia anche possibile approdare a risultati pastorali idonei a rilanciare la speranza e la missionarietà della Chiesa locale.Monsignor Buga, quali sono le linee generali pastorali?Tenendo conto delle dimensioni del decanato e della frequenza degli incontri dei ministri ordinati responsabili delle parrocchie, le linee pastorali fanno riferimento alle scelte della diocesi e alle urgenze che di volta in volta emergono. La scelta della pastorale d’insieme è comunque sempre presente. Esistono diverse commissioni decanali che mantengono attenta la lettura del territorio con le conseguenti proposte.E sull’insieme delle parrocchie?Ne esce un quadro complessivo che è positivo, per le attenzioni al Percorso pastorale della diocesi e ai vari ambiti della pastorale. Le celebrazioni eucaristiche sono particolarmente curate e ben preparate. La pastorale familiare è presente in ogni parrocchia nelle sue varie attenzioni. La formazione dei giovani e degli adulti è viva in ogni realtà parrocchiale.Ci può fornire una sintesi sulle attività del decanato?L’attività del Consiglio pastorale decanale è debole, sono presenti le commissioni decanali: Caritas, Famiglia, Missioni, Scuola, Cultura, all’Impegno socio-politico. Le commissioni hanno un referente laico. Per quanto attiene la pastorale familiare, sono presenti la Commissione decanale apposita e una coppia di incaricati decanali, mentre per il resto ogni iniziativa è a livello di parrocchia o di Comunità pastorale. Il Centro per la famiglia mantiene il riferimento alla realtà ecclesiale.Parliamo delle prospettive…Un aspetto che ritengo significativo, pur con le normali fatiche, è la fraternità sacerdotale tra i ministri ordinati e la collaborazione, mentre rimane problematico il rapporto fra Comunità pastorale e decanato. La costruzione della Comunità pastorale nella città di Treviglio può diventare uno stimolo a camminare con più decisione verso una pastorale d’insieme, che resta il nostro obiettivo comune, nella logica missionaria. Già fin d’ora le quattro parrocchie esterne a quelle di Treviglio stanno cercando di costruire una pastorale d’insieme, soprattutto per quella giovanile e per le collaborazioni per celebrazioni o confessioni.E come proposta, cosa si sente di indicare?Mettersi in ascolto per costruire due “unità” di pastorale giovanile, una per la Comunità già costituita e un’altra per le restanti parrocchie; inoltre delineare meglio alcuni “ambiti di pastorale decanale” su cui puntare l’attenzione, per esempio della scuola e della sanità. Nove parrocchie e una Comunità pastorale – Il decanato di Treviglio è costituito da 9 parrocchie, di cui le 5 della città riunite nella Comunità pastorale “Madonna delle Lacrime”. Le restanti sono Castel Rozzone, Pontirolo Nuovo, Canonica d’Adda e Fara Gera d’Adda. Tre le scuole cattoliche a Treviglio: Centro Salesiano don Bosco (dal 1893, con oltre 1200 studenti: elementari, medie, liceo classico, scientifico, geometri e professionale); Collegio degli Angeli (diretto dalle Suore di Maria Bambina, ultracentenario: elementari, media, Istituti socio-psicopedagogico e di studi economico-giuridico) e Scuola San Martino (più recente, elementari). Le Congregazioni maschili sono tre a Treviglio: Salesiani, Padri Bianchi Missionari d’Africa e Padri Monfortani. Quattro le Congregazioni femminili: due a Treviglio (Suore di Maria Bambina e Figlie della Chiesa), le Ausiliarie diocesane a Canonica e a Pontirolo, le Missionarie Francescane del Cuore Immacolato di Maria a Canonica d’Adda. – – Una comunità solidalePortaluppi e la Rerum Novarum Cassa Rurale, cinque milioni per l’housing sociale Il Popolo cattolico, giornale di famiglia –

Monsignor Giovanni Buga