08/09/2008
di Luisa BOVE
Che fare di fronte a genitori che si sottraggono al loro ruolo educativo? «Il lavoro che come Agesc facciamo nei confronti di tutte le famiglie – risponde il presidente Portioli -, è quello di aiutarle a riappropriarsi dal punto di vista culturale della dignità di essere i responsabili primi dell’educazione dei loro ragazzi. Èsbagliata la delega, ma anche lasciare i figli a scuola il più possibile perché entrambi i genitori devono lavorare. Su questo il Cardinale ha già fatto affermazioni significative rispetto al tempo da dedicare al lavoro e al riposo. Ma se i genitori hanno meno tempo per i figli in termini di quantità, devono almeno aumentare la qualità, magari riducendo le ore di televisione o video game. Così è possibile ascoltarsi, guardarsi in faccia e creare una relazione».
L’Arcivescovo denuncia alcuni problemi per i quali chiede un’attenzione particolare, a cominciare dall’abbandono scolastico e da certe situazioni di disagio. «Il cardinal Tettamanzi dice in modo esplicito che i genitori non devono avere paura di relazionarsi con i figli e avere il coraggio di dire i “sì” e i “no” giusti», commenta Portioli. E insiste: «Specialmente i “no”, anche perché i ragazzi se li aspettano. Spesso l’attenzione che un figlio percepisce dal genitore passa attraverso i “no” (“Mi vuole bene perché mi nega qualcosa”)».
Rispetto all’abbandono scolastico il presidente dell’Agesc aggiunge: «Non dire i “no” giusti ha come conseguenza quello di generare figli deboli, incapaci di affrontare le prime difficoltà e situazioni di disagio che poi sfociano nell’abbandono. Invece noi (e la scuola) dobbiamo aiutare i nostri figli a essere forti, a saper gestire anche qualche difficoltà in ambito scolastico, in vista di quelle più grandi che dovranno affrontare nella vita».