Venti milioni di euro di tagli alla filantropia. L’allarme lo ha lanciato nei giorni scorsi la Fondazione Cariplo e la cifra la riguarda personalmente. La Legge di Stabilità 2015 ha previsto nuovi criteri di tassazione per le Fondazioni bancarie, che mettono in discussione la sussistenza di molte realtà assistenziali, del no profit, della cultura di comunità, beneficiarie di sostegni dalle stesse Fondazioni per portare avanti le loro opere. Lo scenario nazionale è ancora più preoccupante.
Per questo – all’indomani dell’annuncio dell’ipotesi di un’ulteriore prelievo fiscale in questo ambito, portando a un aggravio complessivo per tutte le Fondazioni italiane di altri 260 milioni di euro – è partita una campagna attraverso i social media, che ha l’hashtag #menotassepiùerogazioni. E c’è una pagina facebook dedicata, promossa dal Forum del terzo settore.
Il nostro Paese non prevede alcun beneficio per chi sceglie di sostenere il no profit e il terzo settore, e in questa scelta di imporre un prelievo fiscale alla filantropia l’Italia è fanalino di coda rispetto al resto d’Europa. Come afferma il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, «a guardare i fatti siamo oggetto di un costante accanimento». E prevede: «Nei giorni scorsi Fondazione Cariplo ha approvato i budget per il 2015: le risorse per l’attività filantropica sono state indicate – con riserva – per 143,1 milioni di euro. Se la Finanziaria dei prossimi giorni confermerà l’aumento del prelievo fiscale, saremo costretti a rivedere i budget a gennaio, tagliando almeno 20 milioni di euro».
Sono diversi i mondi a cui le Fondazioni, attraverso l’indizione di bandi, danno il loro sostegno. Qualche numero che riguarda la Cariplo nello specifico: tra il 2001 e il 2013 l’attività filantropica della Fondazione lombarda in favore degli enti cattolici ha visto l’erogazione di 1783 interventi, per un totale di 240.000.000 euro. Di questi, 143.000.000 sono andati a enti religiosi o ecclesiastici. I maggiori beneficiari sono stati l’Istituto Sacra Famiglia (15.500.000 euro), l’Università Cattolica (11.600.000), l’Associazione La Nostra Famiglia Irccs E.Medea (9.120.000), la Fondazione don Gnocchi (8.529.000).
Proprio quest’ultima, sul suo sito, ha espresso l’adesione a «Meno tasse più erogazioni». Il presidente monsignor Angelo Bazzarri afferma: «Nei mesi scorsi il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito realtà come la nostra, onlus che appartiene al terzo settore, come il “primo settore”. Una affermazione importante, che è riconoscimento del nostro valore. Ma bisogna essere consapevoli anche di come il terzo settore si sostiene: con l’interlocuzione con gli enti pubblici, vincendo gare e guadagnandosi la stima sul campo, nella realizzazione delle opere che porta avanti. Ma anche con la relazione con altri due ambiti: le risorse del mondo dei privati e quelle delle 88 Fondazioni bancarie presenti in Italia. Una ricchezza importante, dato che le erogazioni vengono date in ambiti molto precisi: arte, cultura, attenzione a persone e famiglie, welfare sociale e ricerca scientifica». Per Bazzari il terzo settore non vuole non partecipare ai sacrifici del Paese, ma denuncia un evidente appesantimento dato dalla scelta di queste nuove tasse: «Se da una parte il governo tende la mano al Terzo settore e cerca di facilitarlo col perfezionamento del 5 per mille – e speriamo nella stabilizzazione della legge -, con l’altra mano però lo penalizza con questa tassazione della filantropia».
La Fondazione Don Gnocchi opera nell’ambito dell’assistenza e in quello della ricerca scientifica e riceve erogazioni da 8 Fondazioni: «Un impegno, il nostro, per la vita, per la famiglia, per le persone. Questo è il passaggio più importante: noi riceviamo un contributo per quello che facciamo, perché facciamo questo, perché come mission abbiamo scelto di navigare ai confini della vita, dalla neuropsichiatria infantile agli stati vegetativi».