Forse è solo una coincidenza temporale, ma certo può lasciare un segno. Così, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano preparava la valigia per recarsi all’incontro di Bruxelles con la commissaria Cecilia Malmström, per discutere di emergenza-migrazioni, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) snocciolava dati impressionanti. Dall’inizio dell’anno si contano – ufficialmente – 1.889 morti nel Mediterraneo, 1.600 dei quali nei soli tre mesi estivi. E, sempre per restare al 2014, sono già a quota 124 mila gli arrivi in Europa via mare; nel 2013 si erano fermati – si fa per dire! – a 60 mila. Impressionante il numero dei minori, 14 mila, oltre la metà dei quali non accompagnati.
L’Italia sembra la “meta preferita” dei disperati che fuggono da Africa e Medio oriente: sono 108 mila gli arrivi dal 1° gennaio al 24 agosto, più o meno la popolazione di Bergamo o di Siracusa. E con la Libia in ebollizione, il quadro migratorio non potrà che complicarsi.
Melissa Fleming, portavoce Unhcr, da Ginevra dice: «L’operazione Mare Nostrum della Marina italiana ha permesso di salvare migliaia di vite. La drammatica situazione ai confini marittimi dell’Europa richiede però un’azione europea, urgente e concertata». Un messaggio che vale per Alfano e per la Malmström, per Merkel e Hollande, per Cameron (sì, anche per il governo britannico e per tutti gli inglesi) e per i loro colleghi premier, ministri, presidenti, commissari e affini.
Mare Nostrum va rafforzata, con l’intervento di Frontex e dell’Unione europea: i governi dei Paesi comunitari non girino gli occhi dall’altra parte.