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Società

Le buone relazioni da sostenere

I risultati di un’indagine Istat sulla soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini

di Andrea CASAVECCHIA

14 Novembre 2011

Parliamo speso della solitudine, dell’individualismo, dell’incapacità degli italiani a vivere la famiglia, a volte si parla del disinteresse di formare nuove coppie. Poi scopriamo che quando i cittadini del Bel Paese guardano al proprio benessere, maggiore soddisfazione la raggiungono proprio attraverso le relazioni familiari. Anzi, per essere più chiari, ci accorgiamo che la famiglia è da sempre considerata una risorsa per i legami. Questo è quel che appare dalla recente pubblicazione dell’indagine Istat su La soddisfazione per le condizioni di vita dei cittadini.

Vi si legge, infatti, che «la soddisfazione dei cittadini per le proprie relazioni familiari è tradizionalmente molto elevata nel nostro Paese. Le persone di 14 anni e più che nel 2011 si dichiarano soddisfatte per le relazioni familiari sono il 91% (di cui ben il 34,7% si ritiene molto soddisfatto), mentre soltanto l’1,4% giudica questo tipo di relazioni per niente soddisfacente. I dati, sostanzialmente stabili negli anni, mostrano un livello di soddisfazione per questo aspetto che non si raggiunge in nessuna altra dimensione della vita dei cittadini». Poi si specifica che il gradimento è analogo tra uomini e donne.

Dal Rapporto si ribadisce che la famiglia è una «relazione preziosa». La qualità dei rapporti tra genitori-figli, parenti è buona: un’opinione diffusa tra le persone. Forse per questo riscuotono tanto audience le trasmissioni che mettono in risalto le tragedie familiari. Sono e rimangono un’eccezione (fortunatamente). In fondo lo stesso numero crescente di persone, che si sposano dopo l’insuccesso di una prima unione, indica la voglia di scommettere nuovamente su un’esperienza di condivisione di vita. Allo stesso tempo, dovremmo interrogarci sulla difficoltà dei giovani a formare nuovi nuclei familiari. Se, da una parte, c’è la loro difficoltà a immaginarsi dentro una relazione di lungo periodo, permane il desiderio di vivere insieme. Su questo desiderio anche la nostra società dovrebbe avere il coraggio di investire anche economicamente per continuare a garantire un futuro qualitativamente buono delle prossime generazioni, perché se oggi la famiglia innalza il livello di benessere dei cittadini, la sua mancanza o la sua debolezza in futuro ne peggiorerà le condizioni.

Invece notiamo che proprio la “dimensione economica” delle famiglie è quella dove continuano a riscontrarsi le maggiori difficoltà. Così si osserva nella rilevazione dell’Istat che «una quota consistente di famiglie (43,7%) continua a dichiarare un peggioramento della propria situazione economica». Inoltre per sostenere le relazioni familiari occorrerebbe «innalzare la loro qualità della vita sul territorio» è evidente dalle risposte emerse sui problemi maggiormente sentiti: «Il traffico (41,2%), la difficoltà di parcheggio (38%), l’inquinamento dell’aria (36,8%), il rumore (32,6%), il non fidarsi a bere acqua dal rubinetto (30%), la sporcizia nelle strade (29,1%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (28,6%) e il rischio di criminalità (26,6%)».

In fondo proprio migliorando la qualità di vita quotidiana si potrà sostenere la qualità delle relazioni familiari e si nota così che il benessere della comunità e quello delle famiglie si rincorrono e si rimandano l’uno con l’altro.