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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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28 marzo

La visita di Benedetto XVI a Cuba:
nella storia con fiducia

Concluso a La Habana il 23° viaggio apostolico del Papa. «Sono venuto qui – ha ribadito il Pontefice - come testimone di Gesù Cristo, nella ferma convinzione che, dove Egli arriva, lo scoraggiamento lascia il posto alla speranza, la bontà allontana le incertezze, ed una forza vigorosa apre l’orizzonte a inusitate e benefiche prospettive».

29 Marzo 2012

“Cuba, ravviva in te la fede dei tuoi padri! Prendi da questa fede la forza per edificare un avvenire migliore, abbi fiducia nelle promesse del Signore, apri il tuo cuore al suo Vangelo per rinnovare in modo autentico la vita personale e sociale”. Con queste parole Benedetto XVI ha salutato i cubani, durante la cerimonia di congedo all’aeroporto di La Habana, che ha concluso il suo ventitreesimo viaggio apostolico fuori dall’Italia, cominciato in Messico. “‘Hasta siempre’, Cuba, terra impreziosita dalla presenza materna di Maria. Che Dio benedica il tuo futuro”, l’augurio finale del Papa, che ha esortato gli abitanti dell’isola caraibica a “rafforzare la concordia e far fruttificare il meglio dell’anima cubana, i suoi valori più nobili, sui quali è possibile fondare una società di ampi orizzonti, rinnovata e riconciliata”. “Che nessuno si senta impedito a prendere parte a questo appassionante compito, per limitazione delle proprie libertà fondamentali, né si senta esonerato da esso, per negligenza o carenza di mezzi materiali”, ha ammonito il Pontefice. Situazione, questa – ha aggiunto subito dopo riferendosi all’embargo, senza citarlo – che “risulta aggravata quando misure economiche restrittive imposte dal di fuori del Paese pesano negativamente sulla popolazione”.

Cercare ciò che unisce.
“Concludo qui il mio pellegrinaggio, ma continuerò a pregare ardentemente affinché continuiate il vostro cammino e Cuba sia la casa di tutti e per tutti i cubani, dove convivano la giustizia e la libertà, in un clima di serena fraternità”, ha assicurato Benedetto XVI. “Il rispetto e la cura della libertà che palpita nel cuore di ogni uomo – ha ribadito – è imprescindibile per rispondere in modo adeguato alle esigenze fondamentali della sua dignità, e costruire così una società nella quale ciascuno si senta protagonista indispensabile del futuro della propria vita, della propria famiglia e della propria patria”. Poi il riferimento alla stretta attualità: “L’ora presente – ha affermato il Papa – reclama in modo urgente che, nella convivenza umana, nazionale ed internazionale, si eliminino posizioni inamovibili ed i punti di vista unilaterali che tendono a rendere più ardua l’intesa ed inefficace lo sforzo di collaborazione”. In questa prospettiva, per il Pontefice, “le eventuali discrepanze devono essere risolte ricercando, senza stancarsi, ciò che unisce tutti, con un dialogo paziente e sincero e una volontà sincera di ascolto che accolga obiettivi portatori di nuove speranze”.

Un segno profondo.
“Rendo grazie a Dio che mi ha permesso di visitare questa bella Isola, che ha lasciato un segno così profondo nel cuore del mio amato Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, quando venne in queste terre come messaggero della verità e della speranza”, ha esordito il Santo Padre: “Anch’io ho desiderato ardentemente di venire tra voi come pellegrino della carità, per ringraziare la Vergine Maria per la presenza della sua venerata immagine del Santuario del Cobre, dal quale, da quattro secoli, accompagna il cammino della Chiesa in questa nazione ed infonde coraggio a tutti i cubani, affinché, dalla mano di Cristo, scoprano il vero senso delle ansie e dei desideri che annidano nel cuore umano, e abbiano la forza necessaria per costruire una società solidale, nella quale nessuno si senta escluso”. “Porto nell’intimo del mio cuore tutti e ciascuno dei cubani, che mi hanno circondato con la loro preghiera e il loro affetto, offrendomi una cordiale ospitalità e facendomi partecipe delle loro più profonde e giuste aspirazioni”, ha assicurato il Papa dopo aver ringraziato il presidente e le autorità del Paese per la “generosa collaborazione” al suo viaggio, ed espresso “viva gratitudine” ai membri della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba. “Sono venuto qui – ha ribadito – come testimone di Gesù Cristo, nella ferma convinzione che, dove Egli arriva, lo scoraggiamento lascia il posto alla speranza, la bontà allontana le incertezze, ed una forza vigorosa apre l’orizzonte a inusitate e benefiche prospettive”.

Per un autentico sviluppo.
Nelle parole di Benedetto XVI, l’augurio che il suo viaggio apostolico “rafforzi l’entusiasmo e la sollecitudine dei vescovi cubani, come pure dei loro sacerdoti, dei religiosi e di coloro che si preparano con impegno al ministero sacerdotale e alla vita consacrata” e che “serva anche come nuovo impulso a quanti cooperano, con costanza ed abnegazione, nell’opera di evangelizzazione, specialmente ai fedeli laici, affinché, intensificando la loro dedizione a Dio negli ambienti di vita e nel lavoro, non si stanchino di offrire con responsabilità il loro apporto al bene e al progresso integrale della patria”. Tutto ciò, partendo dalla consapevolezza che “il cammino che Cristo propone all’umanità, e ad ogni persona e popolo in particolare, non la coarta in nulla, anzi è il fattore primo e principale per il suo autentico sviluppo”.