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Caraibi

Haiti tre anni dopo

Caritas Italiana: un rapporto sul post-terremoto e visita ai progetti realizzati

a cura di Gigliola ALFARO

12 Gennaio 2013

Il 12 gennaio 2010 un terribile terremoto colpiva Haiti, provocando la morte di 230 mila persone, oltre 300 mila feriti e un milione e mezzo di senza tetto. A tre anni da quell’evento il Rapporto “Haiti: un cammino condiviso” illustra l’impegno complessivo di Caritas Italiana a sostegno della Chiesa locale e delle persone più vulnerabili. Il Report ha anticipato la visita nel Paese caraibico, in corso fino al 15 gennaio, di una delegazione ufficiale guidata dal direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu.

Complessivamente a oggi sono stati approvati e avviati 125 progetti di solidarietà, per un importo di oltre 17 milioni di euro, pari al 69,26% dei quasi 25 milioni raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Conferenza episcopale italiana il 24 gennaio 2010. Il Rapporto completo è consultabile su www.caritasitaliana.it

Partire dai poveri

«A tre anni dal sisma – dichiara don Francesco Soddu -, il Paese è ancora posto di fronte a una crisi umanitaria di dimensioni enormi che lascia nell’incertezza un popolo duramente colpito dapprima per il terremoto del 12 gennaio 2010, successivamente per l’epidemia di colera e infine per i cicloni Isaac e Sandy, che hanno seriamente danneggiato coltivazioni e abitazioni: ancora oggi oltre 360 mila sfollati sopravvivono nei campi allestiti nella periferia della capitale». «Fin dai primi giorni seguenti il sisma – ha aggiunto don Soddu -, Caritas Italiana si è posta accanto alla popolazione e alla Caritas haitiana, interprete autentica dei bisogni dei più poveri e dell’intera comunità, in stretto coordinamento con la rete delle Caritas di tutto il mondo. La nostra presenza accanto ai fratelli haitiani vuole essere segno di speranza e contributo di fede per aiutare i fratelli haitiani a non rassegnarsi e riprendere il proprio cammino di vita». E ancora oggi «con costante attenzione alla realtà locale e in comunione con le realtà coinvolte, Caritas Italiana continua, nel segno della carità cristiana, a sostenere la popolazione locale con programmi e progettualità», per favorire «uno sviluppo che parta dai più poveri».

Cinque linee prioritarie

Tre anni dopo il sisma, la strategia di intervento di Caritas Italiana ad Haiti prosegue secondo cinque linee prioritarie: sostegno agli organismi della Chiesa locale, con l’accompagnamento delle attività di Caritas Haiti; sostegno allo sviluppo socio-economico; rafforzamento della struttura organizzativa dei partner locali, per migliorarne le capacità di pianificazione e di gestione; sostegno all’educazione; attenzione continua alle urgenze. Caritas Italiana ha operato e continua a operare per promuovere una progressiva autonomia delle comunità coinvolte nei progetti, attraverso la progettazione dal basso, stimolata e condivisa con le stesse comunità destinatarie. Una delle priorità è il supporto alla creazione e alla diversificazione delle economie locali, in un’ottica di sostenibilità nel medio-lungo periodo sul piano sociale, economico e ambientale, andando oltre la logica dell’immediato e investendo sullo sviluppo per innescare un cambiamento sociale dal basso. Gli strumenti a servizio di tale approccio sono progetti che prevedono una componente anche semplice di microcredito ed economia solidale; tali progetti tendono al sostegno o al ripristino delle attività produttive agricole e di allevamento.

Progetti segno

L’impegno di Caritas Italiana si è tradotto in alcuni progetti segno. Il primo è il rafforzamento delle attività economiche di Apf (Association des paysans de Fondwa), un’organizzazione fondata nel 1988 a Fondwa (circoscrizione di Leogane, nel Dipartimento Ovest di Haiti) per aiutare i contadini della zona a organizzarsi e a essere responsabili del proprio sviluppo. C’è poi il progetto di Cooperativa alimentare “La Rosée” di Fhrd (Fondation Haïtienne pour le Relèvement et le Développement), che fa seguito alla realizzazione del Villaggio Colombe nelle vicinanze della missione degli Scalabriniani a Croix des Bouquets, Comune della circoscrizione della capitale Port-au-Prince. La prima fase del progetto ha permesso la costruzione di 13 casette, di cui hanno beneficiato famiglie della zona vittime del terremoto, ma l’obiettivo di Caritas Italiana e dei partner locali è sempre più ampio e, al di là dell’aspetto materiale, c’è l’aspetto sociale, ossia la costruzione della comunità e il sostegno ai processi di sviluppo locale. Da qui nasce la seconda fase del progetto che vede l’avvio di una Cooperativa alimentare gestita dalle donne residenti nel Villaggio Colombe. Ci sono infine due progetti agricoli per sostenere l’autonomia del Foyer ecologico Pierre Salvetti della Fondazione Montesinos a Titanyen e un programma di investimento per il rafforzamento socio-economico delle famiglie di Malanga di Upah (unione produttori apicoli d’Haiti), creata nel 2003 dalla Congregazione dei Piccoli Fratelli di Santa Teresa, una congregazione partner di Caritas Italiana già da prima del terremoto di gennaio 2010, che realizza progetti in ambito sociale, educativo, sanitario, agricolo nelle zone rurali più isolate e sfavorite di Haiti.