Cambia la maturità. Un’altra volta, verrebbe da dire. L’esame di Stato, infatti, finisce quasi sempre nel mirino di chi si avvicenda a Viale Trastevere. E anche il ministro Giannini non è da meno, annunciando modifiche alle modalità di conclusione del corso di studi della secondaria superiore, in attesa di terminare la stesura del decreto definitivo che dovrà dare indicazioni certe a scuole e ragazzi, un vero “esercito”: saranno infatti 435.152 i maturandi che affronteranno il 17 giugno 2015 la prima prova di maturità. Si tratta di circa 216mila liceali, provenienti soprattutto dallo scientifico; 136mila, invece, i tecnici e circa 84mila i professionali.
Proprio la prima prova dovrebbe essere interessata dai cambiamenti, secondo le indicazioni del ministro: «Il saggio breve – ha detto Giannini – diventerà centrale», spiegando che le modifiche vorrebbero dare piena attuazione agli indirizzi della riforma Gelmini e nello stesso tempo avvicinare l’esame di Stato al mondo che ci circonda, produttivo e non solo. Proprio sul saggio breve e sulla sua importanza il ministro ha insistito, spiegando che si tratta di «un esercizio molto utile per capire la capacità di comprensione di un testo e la dote di sintesi». Meno adeguato, invece, il classico “tema” di letteratura o storia.
Un altro punto delicato della nuova maturità riguarderà la nuova “tesina” per «dare un ruolo maggiore alle esperienze nel mondo produttivo o nelle istituzioni culturali». Proprio il raccordo col mondo del lavoro sembra un punto da valorizzare «poiché il nostro modello di scuola – è sempre il ministro Giannini a sostenerlo – punta a incrementare l’alternanza scuola-lavoro (è una delle linee guida della riforma progettata dal ministro, ndr) e guarda molto al rapporto con il mondo produttivo e delle istituzioni culturali».
Si cambia dunque. A cominciare dalle prove, ma il ministro Giannini lascia intravedere un percorso a tappe: «Da quest’anno cambiamo le prove, poi spazio alla valutazione e alla riforma del merito». Intanto le prove dovrebbero essere rese più coerenti con i nuovi indirizzi di studio (quest’anno, tra l’altro, arriva alla maturità per la prima volta il liceo musicale) e i nuovi programmi degli istituti. Ma, coerentemente con l’importanza data al tema dell’alternanza scuola-lavoro, dovrebbero essere valorizzate anche le esperienze di laboratorio e gli stage aziendali svolti durante l’anno scolastico.
Vedremo. Intanto tra gli annunci rimbalza un’altra novità di non poco conto: l’abolizione dei commissari esterni, con il mantenimento del solo presidente di commissione esterno alla scuola. Si tratta di una misura di risparmio, per evitare un aggravio di spese a un comparto bisognoso di razionalizzazione. Le esigenze di cassa mettono così nell’angolo un tema assolutamente non marginale: commissari interni/esterni, valutazione legata alla singola scuola e/o criteri allargati, docenti che conoscono bene il percorso dei singoli allievi o docenti che possono garantire comparazioni e prospettive più ampie… con discussioni che negli anni si sono moltiplicate all’infinito. La “questione valutazione” – decisiva nel processo scolastico, tanto più a fine percorso e in un contesto di ricerca di omogeneità e armonizzazione delle diverse situazioni nel Paese – probabilmente meriterebbe di più. Ma tant’è: facciamo di necessità virtù, magari preparandoci a far tesoro dell’esperienza. Per migliorare.