Come ogni fine anno, sono uscite le classifiche di Eduscopio, la piattaforma digitale della Fondazione Agnelli che confronta le scuole superiori in Italia in base ai risultati dei diplomati. Una sorta di “nuova bibbia” delle famiglie con figli 13enni, che stanno per compiere il grande salto dalla terza media alla prima superiore, e che a gennaio saranno già chiamate a scegliere.
È giusto dare a questa valutazione delle scuole tutta l’importanza che gli viene attribuita dai genitori negli ultimi anni?
Secondo don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la Pastorale scolastica della diocesi, sì e no: «Queste classifiche sono rilevanti per valutare la serietà della preparazione offerta dai vari istituti – sottolinea-, ma non vanno sovrastimate, perché poi il precorso scolastico è fatto anche da tante altre variabili: il benessere degli studenti, la serietà con cui vengono accompagnati, l’apertura di sguardo sul mondo che la scuola offre. Il rischio che io vedo nell’eccedere con le statistiche che misurano i risultati è quello di trasformare la scuola, e quindi poi anche la vita degli studenti, in una rincorsa esclusiva dell’eccellenza, della prestazione».
Le conseguenze di questo approccio sono facilmente tangibili sui ragazzi: «Rischiamo di sottoporli a eccessivo stress, ma soprattutto di far intravedere loro solo obiettivi di vita che non sono veramente significativi».
Tra le eccellenze molte paritarie
Questo non significa che la qualità dell’insegnamento sia un dettaglio secondario: «Certo, è prezioso riuscire anche a riconoscere che in Italia e a Milano ci sono scuole che preparano molto bene». In questo senso, sottolinea ancora don Landi, «fa piacere vedere che tra le eccellenze ci sono anche tante scuole paritarie di ispirazione cristiana».
Un dato che tra l’altro, secondo don Landi, «dimostra chiaramente che non corrisponde al vero l’idea, a volte diffusa, secondo cui le scuole paritarie sarebbero semplicemente “diplomifici”, luoghi in cui si seguono percorsi semplificati o favoriti soltanto perché si paga una retta. Al contrario, la preparazione offerta è di alto livello e di qualità, come è giusto sottolineare».
Anche se, precisa Landi, «se dovessi indicare qual è oggi l’elemento più significativo delle scuole paritarie direi che è l’attenzione alla persona e alle sue difficoltà, alle sue capacità relazionali, alle capacità di aprire a uno sguardo di senso sulle cose. Oggi abbiamo bisogno anche e soprattutto di questo».

Insomma, per la scelta, guardiamo le classifiche ma non solo. Come fanno gli studenti che, più saggiamente dei loro genitori, considerano anche altri elementi: «La mia sensazione – confida don Landi – è che i ragazzi non guardino tanto alle graduatorie di eccellenza, ma si affidino all’impressione avuta durante la partecipazione agli Open Day, al parere di amici più grandi che già frequentano le superiori, al consiglio dei professori delle medie e, da ultimo, a fattori organizzativi, come la distanza da casa che a volte sono determinanti, soprattutto per chi abita fuori dai grandi centri».
Insomma, conclude don Landi: «I genitori dovrebbero riflettere sul fatto che predeterminare e costruire a monte il futuro dei propri figli in base alle classifiche è inverosimile. Il percorso scolastico di ciascuno è veramente un percorso individuale e per molti versi imponderabile».




