Si chiama “Casa Amina” il progetto di protezione sociale a favore di donne che escono da situazioni di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e che intraprendono un percorso d’integrazione sociale e lavorativa. Il progetto d’accoglienza, gestito dalla Cooperativa sociale La Grande Casa Onlus di Sesto San Giovanni, si svolge all’interno di un appartamento in un contesto condominiale anonimo in una zona centrale di Milano, che non permette l’identificazione delle donne accolte quali vittime di tratta.
«L’équipe di Casa Amina accoglie le donne prese in carico dal Comune di Milano dopo una fase di accoglienza in una struttura di alta protezione – spiega Paola Guaglianone, responsabile del progettoper la Cooperativa sociale -. Le donne accolte, per la maggior parte immigrate da Paesi dell’Africa, ma anche dalla Cina, sono al massimo quattro contemporaneamente, per un periodo di 6/8 mesi. Le donne gestiscono la cura della casa, l’economia domestica e la convivenza in forma autonoma. Un’educatrice e la coordinatrice sono presenti presso la casa in forma variabile e a seconda delle necessità individuali delle donne accolte, per il supporto alla realizzazione degli obiettivi di progetto».
La finalità del lavoro dell’équipe di Casa Amina è quello di sostenere e orientare le donne accolte – in totale negli ultimi anni 63 -, per promuoverne l’autonomia lavorativa e abitativa sul territorio di Milano e provincia. Le donne hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione giuridica attraverso l’ottenimento di un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, approfondire la competenza della lingua italiana, frequentare corsi di qualificazione e riqualificazione professionale per valorizzare le caratteristiche e le competenze personali, intraprendere percorsi di ricerca attiva del lavoro e tirocini formativi, per migliorare il profilo curriculare e avere maggiori opportunità d’inserimento lavorativo.
La Grande Casa Onlus attiva anche percorsi di accompagnamento territoriale, realizzati dall’educatrice di Casa Amina, per le donne che hanno già un’abitazione autonoma e non necessitano di protezione (per grande distanza dal luogo in cui erano sfruttate), ma devono comunque raggiungere gli altri obiettivi di autonomia e integrazione. Purtroppo il progetto ha anche aspetti critici. «L’attuale crisi economica ha ridotto fortemente le possibilità di accesso al mercato del lavoro, provocando l’allungamento obbligato del periodo di accoglienza – spiega la responsabile -. Le donne che arrivano da situazioni di tratta a scopo di sfruttamento sessuale presentano caratteristiche di fragilità personale e di grave carenza formativa e linguistica: ciò rende ancora più faticoso e complesso il raggiungimento degli obiettivi. Infine il lavoro dell’équipe di Casa Amina e degli altri partner del progetto è vincolato al bando annuale ministeriale, legato all’attuazione del Decreto Legislativo 286/98, art. 18 “Soggiorno per motivi di protezione sociale”, quindi connotato da costante precarietà e impossibile progettazione stabile pluriennale».