Attenzione agli ultimi ed Europa cos’hanno in comune? Molto, a sentire Chiara Lucchin, responsabile dell’Ufficio Europa di Caritas Ambrosiana, promotore, insieme alla presidenza del Consiglio comunale di Milano, del progetto “Do Eu know?”, da poco partito con lo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini alle istituzioni europee.
«È importante – dice Lucchin – che la Caritas non si occupi solo dei diseredati, ma che abbia anche una dimensione culturale, che peraltro rientra pienamente nel suo mandato di animazione della comunità cristiana e civile. Non dimentichiamo che la Caritas è presente in 47 Paesi dell’Europa geografica e in tutto il mondo: è ovvio che debba avere uno sguardo aperto, non solo sopranazionale, ma anche extraeuropeo».
Per questo nel 1998 è partito l’Ufficio Europa, nato da una costola dell’Area internazionale della Caritas Ambrosiana. Tra i suoi compiti specifici, quello di dare consulenza alle realtà collegate alla Caritas per la partecipazione ai bandi europei e la realizzazione dei progetti. Un ruolo che lo differenzia dall’omologo Servizio Europa di Caritas Italiana, che si caratterizza di più per attività di sensibilizzazione ai temi relativi all’Unione nelle Caritas sparse sul territorio nazionale.
Ma anche l’Ufficio Europa ambrosiano svolge attività di formazione sui temi europei, in particolare dell’Europa sociale, attraverso convegni e giornate di studio. Un compito che si è andato sviluppando sempre più negli ultimi anni «perché l’Ufficio – spiega Lucchin – sta cercando di passare da una dimensione operativa a una più culturale, come dimostra pienamente il sostegno a “Do Eu know?”, un progetto che abbiamo ritenuto molto importante ora che l’Europa sta attraversando un momento di empasse, dopo lo stop dell’Irlanda al trattato di Lisbona».
L’interesse è stato ben investito, visto che “Do Eu know” ha avuto un grande successo di adesioni. Si sono costituiti 60 gruppi di lavoro a cui partecipano 20 giovani under 30, 20 “addetti ai lavori” (giuristi, operatori sociali, ecc.) e 20 adulti impegnati a livello politico sul territorio, per esempio nei Consigli di zona. I gruppi si riuniscono periodicamente per incontri di formazione sul diritto, sulle politiche di integrazione e sui meccanismi decisionali dell’Unione. Al termine dei lavori elaboreranno un testo di raccomandazioni che verrà posto all’attenzione di rappresentanti della Commissione e del Parlamento europeo. Milano farà da capofila, quindi il progetto si ripeterà in altre cinque città europee: Atene (Grecia), Valladolid (Spagna), Linkoping (Svezia), Veliko Turnova (Bulgaria) e Varsavia (Polonia).
Info: www.caritas.it Attenzione agli ultimi ed Europa cos’hanno in comune? Molto, a sentire Chiara Lucchin, responsabile dell’Ufficio Europa di Caritas Ambrosiana, promotore, insieme alla presidenza del Consiglio comunale di Milano, del progetto “Do Eu know?”, da poco partito con lo scopo di favorire la partecipazione dei cittadini alle istituzioni europee.«È importante – dice Lucchin – che la Caritas non si occupi solo dei diseredati, ma che abbia anche una dimensione culturale, che peraltro rientra pienamente nel suo mandato di animazione della comunità cristiana e civile. Non dimentichiamo che la Caritas è presente in 47 Paesi dell’Europa geografica e in tutto il mondo: è ovvio che debba avere uno sguardo aperto, non solo sopranazionale, ma anche extraeuropeo».Per questo nel 1998 è partito l’Ufficio Europa, nato da una costola dell’Area internazionale della Caritas Ambrosiana. Tra i suoi compiti specifici, quello di dare consulenza alle realtà collegate alla Caritas per la partecipazione ai bandi europei e la realizzazione dei progetti. Un ruolo che lo differenzia dall’omologo Servizio Europa di Caritas Italiana, che si caratterizza di più per attività di sensibilizzazione ai temi relativi all’Unione nelle Caritas sparse sul territorio nazionale.Ma anche l’Ufficio Europa ambrosiano svolge attività di formazione sui temi europei, in particolare dell’Europa sociale, attraverso convegni e giornate di studio. Un compito che si è andato sviluppando sempre più negli ultimi anni «perché l’Ufficio – spiega Lucchin – sta cercando di passare da una dimensione operativa a una più culturale, come dimostra pienamente il sostegno a “Do Eu know?”, un progetto che abbiamo ritenuto molto importante ora che l’Europa sta attraversando un momento di empasse, dopo lo stop dell’Irlanda al trattato di Lisbona».L’interesse è stato ben investito, visto che “Do Eu know” ha avuto un grande successo di adesioni. Si sono costituiti 60 gruppi di lavoro a cui partecipano 20 giovani under 30, 20 “addetti ai lavori” (giuristi, operatori sociali, ecc.) e 20 adulti impegnati a livello politico sul territorio, per esempio nei Consigli di zona. I gruppi si riuniscono periodicamente per incontri di formazione sul diritto, sulle politiche di integrazione e sui meccanismi decisionali dell’Unione. Al termine dei lavori elaboreranno un testo di raccomandazioni che verrà posto all’attenzione di rappresentanti della Commissione e del Parlamento europeo. Milano farà da capofila, quindi il progetto si ripeterà in altre cinque città europee: Atene (Grecia), Valladolid (Spagna), Linkoping (Svezia), Veliko Turnova (Bulgaria) e Varsavia (Polonia).Info: www.caritas.it
Verso il voto
Uno sguardo “sociale” sull’Europa
L'attività di consulenza e formazione dell'Ufficio Europa di Caritas Ambrosiana
Stefania CECCHETTI Redazione
26 Maggio 2009