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Benedetto XVI in Francia, qualche cosa da dire

Lo storico Jean-Dominique Durand: «Un viaggio di conoscenza che darà modo di comprendere realmente chi è il Papa»

11 Settembre 2008

12/09/2008

a cura di Giovanna PASQUALIN TRAVERSA

Jean-Dominique Durand, storico dell’Università di Lione, sintetizza le attese e le “poste in gioco” della visita apostolica di Benedetto XVI in Francia.

«La principale sfida – spiega – è quella di conoscere e comprendere questo Papa, che i media hanno spesso dipinto come un duro prelato, rigidamente attaccato alla dottrina, mentre i francesi hanno già avuto modo di percepirne la personalità molto più complessa e ricca di sfumature». Per questo la gente «nutre grande interesse e curiosità nei confronti» di Benedetto XVI, che «tra l’altro ha uno stretto legame con la cultura francese: non solo parla perfettamente la nostra lingua, ma è anche membro della Académie des Sciences morales et politiques».

Uno dei momenti centrali del viaggio del Santo Padre sarà l’incontro con il mondo della cultura francese al Collège des Bernardins a Parigi, nel corso del quale Benedetto XVI si rivolgerà a un qualificato uditorio di cattolici, credenti di altre religioni e non credenti. «In un momento di crisi per la cultura – ipotizza Durand – probabilmente il Papa ne ribadirà il valore insostituibile nella formazione della persona; una formazione che per essere integrale richiede, al tempo stesso, un alto livello intellettuale e spirituale».

Ulteriore nodo centrale del viaggio del Pontefice, prosegue lo storico, «è la questione della laicità. Già nelle precedenti visite di Giovanni Paolo II il tema era stato sottolineato e occorre dire che qualcosa sta cambiando nella direzione di una laicità più aperta, meno avvertita come dogma e più come modo di vivere insieme tra culture molto diverse».

«La Francia, forse più di altri Paesi, è da tempo una realtà fortemente multiculturale e al suo interno la laicità è sempre più vissuta non come strumento contro la Chiesa e la religione, bensì come mezzo utile alla convivenza». Un processo evolutivo già in atto e sottolineato, per lo storico, «anche dal famoso discorso al Laterano del presidente Sarkozy, durante il suo viaggio a Roma nello scorso dicembre, che in Francia ha aperto molte vie nel rapporto fra lo Stato, la società e la religione, in particolare con la Chiesa cattolica».

Un processo che non nasce all’improvviso: «Già dal 2002 – precisa Durand – l’allora Governo socialista Jospin aveva istituito il cosiddetto dialogo istituzionale con la Chiesa cattolica; un dialogo nuovo e volto al confronto e allo scambio di idee sui più gravi problemi per individuarne le soluzioni».

«Certamente il viaggio di Benedetto XVI avviene nel clima di questa importante apertura e ritengo potrà essere l’occasione per sottolineare la presenza pacata e priva di aggressività della Chiesa cattolica, e al di là di essa delle religioni, nella società francese. Un modo – conclude lo storico – per dimostrare che le religioni hanno davvero qualche cosa da dire anche in una società laica e di netta separazione tra Stato e Chiesa, e che il loro messaggio può essere una proposta di bene per tutti, sulla quale confrontarsi in modo sereno senza i pregiudizi e gli arroccamenti che rendono impossibile qualsiasi dibattito».